{"id":13697,"date":"2014-06-22T00:00:00","date_gmt":"2014-06-21T22:00:00","guid":{"rendered":"https:\/\/www.tibicon.net\/2014\/06\/il-giorno-in-cui-ho-imparato-che-alla-preparazione-non-ce-alternativa\/"},"modified":"2018-07-26T18:33:23","modified_gmt":"2018-07-26T16:33:23","slug":"il-giorno-in-cui-ho-imparato-che-alla-preparazione-non-ce-alternativa","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.tibicon.net\/2014\/06\/il-giorno-in-cui-ho-imparato-che-alla-preparazione-non-ce-alternativa\/","title":{"rendered":"Il giorno in cui ho imparato che, alla preparazione, non c\u2019\u00e8 alternativa."},"content":{"rendered":"
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Oggi voglio raccontarti un episodio che ho vissuto da studente universitario, e che ha influenzato profondamente il mio modo di affrontare la vita professionale: un episodio che qualcuno ha addirittura associato a un tentativo di suicidio.<\/p>\n
Ma andiamo con ordine.<\/p>\n
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Mi ero iscritto alla facolt\u00e0 di ingegneria dell\u2019Universit\u00e0 la Sapienza di Roma nel 1975 e nella sessione estiva cominciai a sostenere i primi esami.<\/p>\n
Avevo un compagno di studi che mi aiut\u00f2 moltissimo a superare il primo esame, quelli di Analisi Matematica 1, vero e proprio spauracchio per quanti come me arrivavano dal Liceo Classico: un 23 che aveva per me il sapere del 30 e lode che il mio collega aveva effettivamente portato a casa.<\/p>\n
Sulle ali dell\u2019entusiasmo cominciammo a studiare Fisica 1, altra vetta proibitiva; il professor Paoletti era una persona distinta e cortese, che ricordava un po\u2019 il Clark Kent di Superman, e che un giorno ci aveva confidato di aver dato in tutta la sua carriera accademica sono due trenta: a un ragazzo davvero preparato e a un tizio che non aveva bisogno delle sue lezioni.<\/p>\n
Coraggio!<\/p>\n
A fine luglio, ultimo appello utile prima delle vacanze, il mio collega e io \u201cprovammo\u201d lo scritto di Fisica1.<\/p>\n
Le cose andarono disastrosamente per entrambi e ci rassegnammo a studiare nel mese di agosto per sostenere nuovamente l\u2019esame nella seconda met\u00e0 di settembre.<\/p>\n
Nel fatidico giorno ci trovammo ad affrontare una prova scritta (5 esercizi da completare in 3 ore) piuttosto complicata: Il mio compagno di studi fece un compito sufficiente e dopo un orale durissimo port\u00f2 a casa un 20 del quale era pi\u00f9 che contento.<\/p>\n
Io, decisamente meno preparato, allo scritto mi ero fermato a 12 trentesimi, che rappresentata la soglia minima a partire dalla quale si poteva tentare l\u2019impresa di portare a casa un 18.<\/p>\n
Sconsideratamente tentai.<\/p>\n
L\u2019esame prese immediatamente una brutta piega: fui strapazzato alla prima domanda e distrutto alla seconda, che verteva su uno di quegli argomenti che \u201ctanto non chiedono mai\u201d, e che naturalmente avevamo saltato a pi\u00e8 pari.<\/p>\n
Ma la cosa pi\u00f9 ridicola accadde quando il professore mi conged\u00f2: nel pallone pi\u00f9 totale, non avevo capito che mi aveva bocciato ed ero rimasto l\u00ec ad aspettare la terza domanda.<\/p>\n
\u201cPrego, si accomodi, il suo esame \u00e8 finito\u201d, disse nuovamente il professor Paoletti, con la voce sobria e gentile che lo contraddistingueva.<\/p>\n
Probabilmente farfugliai qualcosa, non ricordo; ricordo invece perfettamente che, alzandomi per allontanarmi, non badai al fatto che la sedia era stata piazzata su una predella alta 20 cm: feci una storta e caddi rovinosamente nell\u2019ilarit\u00e0 generale.<\/p>\n
Venne a soccorrermi un compagno di liceo, venuto ad farmi coraggio, il quale pens\u00f2 di sdrammatizzare dicendo: \u201cCerto che se volevi suicidarti potevi tentare da un\u2019altezza diversa, non credi?\u201d.<\/p>\n
Che cosa mi ha insegnato questa tragicomica esperienza?<\/p>\n
Tre cose.<\/p>\n
La prima \u00e8 che gli esami non si \u201ctentano\u201d, ma si sostengono quando si \u00e8 ragionevolmente pronti a superarli.<\/p>\n
La seconda \u00e8 che non vanno trascurate parti \u201cche tanto non chiedono\u201d, perch\u00e9 se un argomento \u00e8 inserito in un programma prima o poi salta fuori, e se tocca a te sono dolori; inoltre, il fatto di non aver preparato tutto il programma almeno a livello di decenza pu\u00f2 spingerti a vivere l\u2019esame nella preoccupazione che arrivi la domanda indesiderata, quella che ti costringerebbe a capitolare.<\/p>\n
Infine, mai andare a rimorchio. Studiare con una persona pi\u00f9 preparata pu\u00f2 essere di grande aiuto se mantieni un atteggiamento attivo; se invece lasci al tuo collega la soluzione dei problemi, come avevo sconsideratamente fatto, alla fine non avrai fatto quella sana fatica che ti permette di imparare.<\/p>\n
Tre cose che, dopo quell\u2019episodio, sono sempre stato attento ad osservare e che mi hanno permesso di non ritrovarmi pi\u00f9 in situazioni analoghe: nemmeno nella vita professionale.<\/p>\n
Tu hai avuto esperienze simili alla mia?<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"
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