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Ecco un indimenticabile branotratto da "Siddharta" di Hermann Hesse

Io so pensare. So aspettare. So digiunare

19 Maggio 2008 | di Arduino Mancini Costruisci la tua resilienza

Post aggiornato il 17 febbraio 2025

Siddharta si recò dal mercante Kamaswami in cerca di lavoro. Fra preziosi tappeti, i servi lo condussero in una camera, dove rimase in attesa.

Entrò Kamaswami, un uomo dai capelli grigi, occhi accorti e guardinghi. L’ospite e il padron di casa si salutarono cortesemente.

  • Mi è stato detto che sei un Brahmino molto istruito, ma che cerchi un impiego presso un mercante. Sei caduto in miseria, Brahmino, per cercare impiego?
    • No, non sono caduto in miseria e non sono mai stato in miseria. Sappi che vengo dai Samana, presso i quali sono vissuto per molto tempo.
  • Se vieni dai Samana come fai a non essere in miseria? Non vivono i Samana in assoluta povertà?
    • Povero lo sono, non possiedo niente, se è questo che intendi. Ma lo sono volontariamente, quindi non sono in miseria.
  • E di che vuoi vivere se non possiedi nulla?
    • Non ci ho mai pensato, signore. Per più di tre anni sono vissuto nella più assoluta povertà, e non ho mai pensato di che potessi vivere.
  • Allora sei vissuto dei beni di altri.
    • Probabilmente è così. Anche il mercante vive dei beni di altri.
  • Ben detto, ma egli non prende le cose agli altri per nulla: agli dà in cambio la propria merce.
    • Così pare che stiano le cose. Ognuno prende, ognuno dà. Così è la vita.
  • E tu, se non possiedi nulla, cosa vuoi dare?
    • Ognuno dà di quello che ha. Il guerriero la forza, il mercante la merce, il saggio la saggezza, il contadino il riso, il pescatore i pesci.
  • Benissimo. E che cos’è che tu hai da dare? Che cosa hai appreso, che sai fare?
    • Io so pensare. So aspettare. So digiunare.
  • E questo è tutto?
    • Credo sia tutto.
  • E a che serve? Per esempio il digiunare, a che serve?
    • Quando un uomo non ha niente da mangiare, digiunare è la più bella cosa. Se Siddharta non avesse imparato a digiunare, oggi stesso dovrebbe assumere qualche impiego, da te o in un altro posto, perché la fame ve lo costringerebbe. Ma Siddharta può aspettare tranquillo, non conosce impazienza, non conosce miseria, può lasciarsi a lungo assediare dalla fame e ridersene. A questo, signore, serve il digiuno.
  • Hai ragione, Samana. Ora attendi un momento.

Kamaswami uscì e ritornò con un rotolo. Lo porse al suo ospite.

  • Sai leggere questo?

Siddharta esaminò il rotolo, su cui era redatto un contratto, e cominciò a leggere.

  • Benissimo” disse Kamaswami. “Vuoi scrivere qualcosa?”. Siddharta scrisse e restituì il foglio.
    • Scrivere è bene, pensare è meglio. L’intelligenza è bene, la pazienza è meglio.
  • “Scrivi magnificamente” lodò il mercante. “Di molte cose avremo ancora da discorrere. Per oggi, ti prego, sii mio ospite e prendi dimora in questa casa “.

Liberamente tratto da “Siddharta” – Hermann Hesse

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