Il leader? Cattivo è meglio.
Intorno al leader “buono” i consulenti hanno costruito un business miliardario che poggia su un concetto: sii buono, bravo e onesto, il successo ti arriderà perché l’etica produce profitti (!).
Ma allora perché vediamo persone affatto “buone” far carriera e accumulare ricchezze?
Perché i capi “cattivi” sembrano avere più successo di quelli “buoni”?
Machiavelli ha ispirato più capi di Gandhi, e sembra pure che i “buoni” leader prima o poi facciano una brutta fine (pensate a JFK, a Martin Luther King, allo stesso Gandhi.).
Vero, anche qualcuno dei “cattivi” ci ha rimesso le penne, ma i “buoni” sono in vantaggio.
Alla luce di tutto ciò, vi conviene buttar quattrini per imparare a essere “buoni” quando per avere successo sembra sia sufficiente liberare la parte peggiore di sé?
Il tema è di quelli “tosti”, amici miei, e non possiamo esaurirlo in un post.
Ne discuteremo nel workshop “Studiare da leader“, in programma il 16 (Monza) e 18 (Sassuolo) luglio.
Nel frattempo vi suggerisco la lettura del libro “Cattiva leadership“, di Barbara Kellerman, la quale ci spiega che la cattiva leadership altro non sarebbe che la manifestazione del lato oscuro, e peggiore, della natura umana.
Tutto qui? Ne dubito. Ma il libro rappresenta un solido contributo a chiarirci le idee.
E merita l’investimento.
Buona lettura.
La peculiarità di un leader di leadership, mi sia scusato il gioco di parole, è il sapere di non essere indispensabili, è la capacità di trasferire tale talento ai successori, coloro che saranno chiamati a portare avanti il percorso iniziato da loro, e che alla fine dovrà essere ceduto a chi verrà dopo, in un continuo percorso virtuoso di miglioramento anche della leadership stessa.
Questo è il ritratto del leader che tutti vorremmo vedere.
ma le leve per la costruzione della leadership sono spesso diverse, e con un contenuto etico non così rilevante. Non credi?
Grazie Gianlica, e a presto leggerti
“E’ auspicabile il tornare a processi virtuosi, ad un Management Etico, ancora di salvezza del mercato, al fine che non si avviluppi in un vortice talmente corrotto che generi il suo stesso annientamento.”