Il talento di Monsieur Mannié
Qualche mese fa Jérome Kerviel, trader in derivati della Société Générale (una delle più grandi banche del mondo), ha causato alla banca una perdita pari a € 4.9 miliardi.
Inizialmente la banca ha parlato del colpo di testa di un giovane che ha avuto l’ardire di investire € 50 miliardi che non gli appartenevano.
Successivamente gli ispettori interni hanno affermato che “la frode di Kerviel è stata facilitata, e la sua scoperta ritardata, dalla debolezza della supervisione dell’attività del trader“.
Tuttavia, Société Générale ha ritenuto di gratificare Christophe Mannié, capo di Kerviel, con un bonus di € 9 milioni.
La difesa di Kerviel avrà un’arma in più nel dimostrare la complicità di tutta la struttura, alleggerendo la posizione del trader: ma a questo la difesa della banca avrà certamente pensato.
Vorrei invece stimolare una riflessione circa il funzionamento dell’organizzazione.
Se la banca ritiene che le responsabilità siano da ascrivere anche all’organizzazione, che senso ha corrispondere al capo del trader un bonus da € 9 milioni, palesemente parametrato ai risultati di trading sui derivati?
Se invece la banca continua a pensare che le responsabilità siano tutte di Kerviel, non avrebbe avuto senso attendere la fine dell’inchiesta prima di corrispondere il bonus?
L’unica elemento indiscutibile, a questo punto della vicenda e con la mia limitata visuale, è l’abilità del signor Mannié, capace di incassare un bonus di € 9 milioni nel corso di un’inchiesta nella quale la probabilità che emergano sue responsabilità non sembra essere trascurabile.
Cosa ne pensi?