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Cresce lo stipendio e diminuisce il bonus per i top manager dei grandi gruppi Italiani

11 Ottobre 2008 | di Arduino Mancini Retribuzioni


La retribuzione di amministratori delegati e direttori generali dei grandi gruppi italiani è cresciuta nel 2007 dell’8,3% (€ 1,4 milioni in media), mentre i bonus sono diminuiti del 20% (da € 1 milione a € 800.000 in media).

Insomma, la ricerca annuale di Hay Group ci dice che le retribuzioni dei top manager hanno tenuto grazie alla parte fissa.

Questo perché in Italia la retribuzione variabile si mantiene costantemente al di sotto della parte fissa, mentre all’estero può raggiungere e superare anche il 150% di essa: senza tenere conto del fenomeno delle stock option, in Italia praticamente assente.

E le aziende come sono andate? Non bene sembra, e certo con performance non in linea con i compensi dei top manager.

Ma meglio dei top manager presi a campione hanno fatto i manager delle aziende quotate, che nel 2007 hanno saputo far crescere del 29% le loro retribuzioni a fronte di un andamento di borsa disastroso (clicca qui per saperne di più).

Ma non per tutti i manager la vita è rosea. Via via che scendiamo nella gerarchia e nelle dimensioni delle aziende la vita si fa più dura e i dirigenti sono costretti ad affondare le unghie nella stoffa della poltrona per mantenere il posto.

E all’estero? Direi che i manager stranieri, se confrontati con quelli di casa nostra, se la passano male.

In UBS ad esempio, per far fronte alla crisi finanziaria, il board ha deliberato in agosto una diminuzione di € 4 miliardi fra stipendi e bonus: il 30 % del totale del costo del lavoro.

Che cosa spinge, secondo voi, gli azionisti italiani a riconoscere ai top manager incrementi retributivi in assenza di risultati adeguati?

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