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Quando anche il direttore del personale sembra possedere un'anima ...

17 Ottobre 2008 | di Arduino Mancini (S)management delle Risorse Umane - Storie Storielle Storiacce

Arianna era arrivata al lavoro alle 9,10, come ogni mattina.

Aveva appena appoggiato la borsetta sulla scrivania quando entrò in stanza Paolo, uno dei suoi collaboratori.

“ È passato il direttore del personale. Ha detto se sali da lui. Era più ceruleo del solito: non mi dice niente di buono.”

Paolo non era quello che chiami uno positivo, ma la cosa era insolita: Arianna deglutì.

Cosa poteva volere Tagliatori a quell’ora? Quelli del personale erano mattinieri, ma il grande capo arrivava in genere alle 10 per andarsene alle 21.

Percorse a piedi, con lentezza, le due rampe che la separavano dal suo ufficio. Perché l’aveva convocata? Licenziarla? Farle un cazziatone? E cosa aveva fatto? Cacciò alcuni respiri profondi per calmarsi.

Fu ricevuta da Angela, la storica segretaria dei direttori del personale. Cortese, come sempre un po’ distaccata. La fece accomodare, Tagliatori sarebbe arrivato da lì a poco.

Comoda la poltrona, avvolgente: la pelle profumava ancora di nuovo.

“Venga dottoressa, si accomodi.”

“Grazie.”

“Allora, Lei è con noi da diversi anni ormai. Prima come product manager poi come line marketing manager. Abbiamo fatto un bel pezzo di strada …”

“Quattro anni. Sì, sono molto contenta di questo periodo.”

“Anche noi siamo contenti del suo lavoro. Per questo abbiamo deciso che con effetto immediato Lei assumerò la carica di vice direttore marketing: ovviamente sarà inquadrata come dirigente.”

Arianna strabuzzò gli occhi: non se l’aspettava. Rimase a lungo in silenzio. Forse troppo a lungo.

“Qualcosa non va dottoressa? Sembra quasi che la notizia le giunga sgradita …”

“Affatto dottor Tagliatori, affatto. Vede, oggi si compie il terzo mese di gravidanza e ho deciso di annunciarlo a colleghi e amici. Lei è il primo a saperlo al di fuori della cerchia familiare. Non le nascondo che sono molto felice. Ma capisco anche che questa promozione può assumere per l’azienda un senso diverso di fronte a questo fatto. Per cui, se lo ritiene, può riconsiderare la mia promozione: nessun rancore se deciderà pensarci o di ritirarla.”

Tagliatori sgranò gli occhi. Divenne giallo ittero, poi paonazzo. Nella stanza un silenzio imbarazzato. Evidentemente Tagliatori pensava che per Arianna il capitolo maternità fosse archiviato.

“Non c’è nulla che io debba valutare. Lei ha ampiamente meritato la sua promozione: Le faccio mille auguri per la Sua maternità e per una carriera splendida, tutta con noi.”

Arianna scese le scale felice e corse a festeggiare con i suoi: doppiamente.

Si narra di consumi esagerati di bicarbonato nei piani alti per alcuni mesi successivi alla nomina.

Ma queste sono le solite malignità.

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