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Ma stanno davvero così le cose?

I manager pubblici più bravi di quelli privati

31 Marzo 2009 | di Arduino Mancini Politica, politici, politicanti - Retribuzioni

Nel 2008 solo 1 su 3 manager privati hanno percepito il bonus di fine anno, mentre ce l’hanno fatta 9 manager pubblici su 10.

Ce lo dice una ricerca della SDA Bocconi dal titolo “Stimolare la produttività e premiare il merito: le principali tendenze internazionali“.

Quali le ragioni del fenomeno? Proviamo a darci qualche spiegazione.

I manager pubblici sono di gran lunga più bravi di quelli privati. Questo nonostante i buchi di bilancio che la Pubblica Amministrazione ogni hanno ci propone: più grande il buco, più interessante il bonus. Questa sembra essere la logica.

Ridicolo? E per quale ragione? Possiamo oggi ragionevolmente affermare che privato è meglio di pubblico.

a General Motors, fino al 2007 il più grande costruttore di auto al mondo, ha confermato alla guida il signor Wagoner fino a quando, pochi giorni fa, il Presidente Obama non ha bocciato il suo piano di rilancio.

Dipendenti e Consiglio di Amministrazione hanno continuato per anni ad approvare bilanci deficitari, che lasciavano chiaramente capire che l’azienda era priva di una strategia: anzi, direi priva di speranza.

Un caso isolato? Vorrei essere d’accordo con voi, ma il mio pensiero corre ai manager della Citybank i quali, dopo aver incassato molti miliardi di dollari dal Tesoro per evitare la bancarotta, hanno ritenuto opportuno ordinare un aereo privato da $ 50 milioni.

Nota comune a parte non marginale dei manager pubblici e privati assurti agli onori delle cronache è il desiderio di appropriarsi di risorse pubbliche o comunque di proprietà altrui senza rendere conto in modo puntuale del loro utilizzo.

Allora, che fare?

Per cominciare proporrei allo stato italiano di disciplinare l’attribuzione di bonus, analogamente a quanto fanno in Germania (non più del 15% dei dipendenti può ricevere un bonus di performance) o in Canada (non più del 20% riceve un giudizio “pienamente soddisfacente” e almeno il 5% deve essere considerato ‘”insoddisfacente”).

Secondo la Bocconi, ad oggi il 93% dei paesi OCSE ha adottato sistemi di valutazione delle prestazioni dei dipendenti pubblici e l’80% lega a tali performance la retribuzione.

Agli azionisti di aziende private, siano esse quotate o no, consiglierei semplicemente di fare i propri interessi: che si traduce nel controllare l’operato del management e che la loro azione sia realmente orientata alla creazione di valore.

Tu cosa ne pensi?

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