Quando il consulente attacca l'asino dove dice il padrone
Cosa pensano di loro?
Tasto dolente, specie quando parliamo di incarichi di consulenza strategica o organizzativa.
Sentite cosa mi ha detto un Cliente, nei giorni scorsi, davanti alla macchinetta del caffè.
Lo sai come funziona, no?
Il consulente arriva e la sua prima preoccupazione è quella di capire dove vuole andare a parare chi gli ha commissionato l’incarico.
Tutte le piroette che gli vedi fare inizialmente sono finalizzate a chiarire questo punto.
Poi, quando ritiene di aver capito i desiderata di chi paga, il consulente e la sua equipe cominciano sapientemente a orientare l’azione in modo da dimostrare che ciò che il Cliente ha in mente rappresenta la soluzione ottimale.
Come dire che le vecchie e sagge regole di marketing non sbagliano mai: il Cliente ha sempre ragione.
Il mio interlocutore ci ha ha tenuto a rassicurarmi sul fatto che nessun riferimento era indirizzato alla mia persona, che mi distinguo da certi “professionisti”.
Spero …
…magari anche il cliente ha avuto un approccio…professionale e consulenziale…
Caro Anonimo,
non sono sicuro di aver capito ma ci provo lo stesso.
Tu stai dicendo che spesso il Cliente tira il consulente per la giacca e finisce per compromettere il suo investimento.
Vero, verissimo. Ma sono abituato a concentrarmi prima sulla mia condotta della partita prima di guardare a come intendono giocarla gli altri. E l'esperienza mi ha insegnato che se tu sei poco propenso a "inciuci" le cose difficilmente decadono. Certo, la condotta professionale costa ma alla lunga paga in termini di qualità del lavoro e di vita.
A presto leggerti,
AM
…io posso solo dirti che, grazie a mie esperienze passate, quando incontro delle Società tengo a precisare che la mia è “collaborazione esterna”!!!
La sola parola “consulente” mi fa venire l’orchite!!!
Uno degli ultimi incontrati, non me ne voglia, lo avevo battezzato inizialmente “Gesù Cristo” ed in seguito “il Messia”…
Professionisti seri e sopratutto concreti ce ne sono pochi, e probabilmente sono quelli che guadagnano meno…
@LucaB. Spero che la frequentazione del blog non ti provochi l’effetto da te evocato :-). Quanto alla tua ultima affermazione mi auguro tanto che tu sia in errore. Ma sono certo che te lo auguri anche tu.
Grazie a presto leggerti,
Arduino
“…cominciano sapientemente a orientare l’azione in modo da dimostrare che ciò che il Cliente ha in mente rappresenta la soluzione ottimale.”
Proprio sicuri che questa sia la funzione e l’obiettivo del consulente? Ma esso non viene chiamato in situazioni, quando non per far fronte a momenti di super lavoro per obiettiva mancanza di risorse in azienda , in cui il Cliente non è in grado di procedere con il suo know how e cerca, ricerca soluzioni che non è in grado di implementare? Da decenni il lavoro del consulente, non nel nostro paese, è svolto da chi ha una competenza verticale su un segmento tecnologico e di business e interviene per “rafforzare” , accrescere la capacità media della realtà aziendale che ha richiesto il servizio di consulenza
Ciao AxeronZ,
il post non intende esaurire le casistiche.
Ho raccontato, con ironia, un episodio personale per stimolare una riflessione da parte sia del cliente sia del consulente.
La consulenza ha spesso il ruolo che tu lasci intravvedere, in altri casi è chiamata e sottoscrivere ciò che il Cliente pensa già e intende sostenere attraverso un più o meno autorevole parere esterno.
Pensare che le cose siano bianche o nere non aiuta.
Grazie per il commento e a presto leggerti.
Arduino