Il venditore quando i soldi in giro sono pochi
La peggiore eredità che una crisi economica possa lasciare nella testa di un venditore sta tutta nell’uscita dalle secche.
In quella fase cioè, in cui non te ne accorgi ma qualcosa lentamente si muove.
Non è ripresa vera, ma qualcuno sta riconsiderando l’ipotesi di investire qualche soldo e lo fa in silenzio, timidamente, senza dare nell’occhio.
E allora trovi il venditore vero, quello che durante il periodo buio ha continuato a fare il suo duro lavoro creando nuovi contatti, esplorando opportunità, rinsaldando le relazioni. Pronto a cogliere le opportunità con lo spirito del falco, senza né freni né alibi nella testa.
E poi ti imbatti nel venditore che “aspetta che torni la domanda”, che ha tirato i remi in barca perché “soldi in giro non ce n’è”, che aspetta tempi migliori per versare sudore. Di quelli, insomma, che rinunciano al corteggiamento per non rischiare la buca.
Molta della competitività di un’impresa sta nel modo in cui affronta una crisi e ne sa cogliere l’evoluzione, coltivando le opportunità con la pazienza del contadino e cogliendole con la rapidità del falco.