Influenza A, una storia da dimenticare
Appare ormai evidente che l’emergenza da influenza A, H1N1 o febbre suina che dir si voglia emergenza non è.
Vediamo i numeri, che prendo dal Corriere della Sera di sabato scorso.
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità le persone decedute nel mondo a causa del H1N1 sono 9596, di cui 1242 in Europa.
Sempre in Europa, la fase critica è attesa nella sola Francia.
Le vittime in Italia sono lo 0,0039%, mentre per l’influenza stagionale sono lo 0,2%.
Come ho detto in un altro post, in Italia nella scorsa stagione sono decedute circa 8000 persone da influenza stagionale.
L’influenza stagionale ha un impatto oltre 50 volte superiore a quella della febbre suina.
Le persone che si sono vaccinate in Italia erano al 6 dicembre 689.172, di cui 5730 con la seconda dose (il vaccino è a due fasi).
Un abbaglio tutto italiano? Pare proprio di no.
Anche negli altri paesi la campagna per la vaccinazione non è stata un successo: dalla Germania all’Australia la percentuale dei vaccinati è dell’ordine del 5%.
Ma questo non può consolarci.
Rimane oggi il problema dell’investimento fatto in decine di milioni di dosi di vaccino inutilizzate, anche a causa di problemi organizzativi che ne hanno limitato la disponibilità nel momento di picco.
Il Ministero non ha reso noto le cifre (per quale ragione?) ma il Corriere parla di € 200 milioni che a breve non avranno alcun valore.
Che fare?
Il vice Ministro Fazio sostiene che nel 2010 potrebbe esserci un nuovo picco e che l’offerta di vaccino gratuito è stata estesa ad altre categorie.
Le soluzioni sembrano essere due: aumentare la base di persone potenzialmente vaccinabili e “sperare” in un picco dell’influenza.
Capisco l’imbarazzo di Fazio, persona seria che cerca di dare soluzione a una vicenda che chiede di solo essere dimenticata.