Quando la resistenza al cambiamento può rivelarsi fatale
L’affermazione di Taleb mi ha riportato alla mente un episodio che risale al 1997, anno in cui avevo la responsabilità della direzione commerciale dell’Agenzia Ansa.
In quell’anno mi recai ad Atene per partecipare a un convegno fra le principali agenzie di notizie.
Tema: l’influenza che Internet avrebbe avuto sul business dei fornitori di informazione, o information provider che dir si voglia.
Il convegno veniva in un momento nel quale Internet cominciava a far sentire la pressione sui prezzi dei servizi e a erodere i margini.
Una situazione complicata, nella quale i più (incluso il sottoscritto) avevano poche idee e ben confuse.
Uno dei primi relatori era un dirigente della Reuters, al tempo la prima agenzia di notizie al mondo, per la quale avevo lavorato per quasi 10 anni.
Il manager sostenne che la lentezza del trasferimento delle informazioni via web rappresentava per Reuters, in quel momento, un elemento di sviluppo, poiché i mercati finanziari non potevano tollerare alcun ritardo nel trasferimento di notizie e quotazioni. E continuavano a preferire il tempo reale che la linea terrestre assicurava.
“Thank you Internet”, affermò in modo teatrale fra la sorpresa generale.
Dato l’enorme prestigio della Reuters, a cena la discussione si orientò proprio sull’intervento del mio ex collega.
La posizione del relatore, peraltro, rifletteva la visione del top management di Reuters, che continuò a sottovalutare il fenomeno per un tempo sufficientemente lungo a generare all’azienda enormi difficoltà.
Persa la leadership del mercato, qualche anno fa Reuters è stata acquisita da Thomson per dar vita a Thomson Reuters.
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