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Quando la qualità della traduzione è un optional...

Non sai "espulsare la capsula"? Allora non puoi farti il caffè

I nostri figli hanno voluto, per Natale, regalarci una macchina da caffè De Longhi: da utilizzare con il caffè Nespresso, ormai universalmente noto grazie alla martellante pubblicità televisiva.

Buono il caffè (soprattutto vasta la scelta) e funzionale la macchina, almeno in questi primi giorni.

Non elementare fare il primo caffè.

Nel leggere le istruzioni ci siamo imbattuti in termini quali “Espulsare la capsula” per indicare la rimozione dalla macchina del contenitore del caffè.

Oppure “scheda di settore” per indicare la presa elettrica.

Ci siamo così arrangiati con le istruzioni in altre lingue, ma la situazione non è migliorata apprezzabilmente.

Come può accadere che due multinazionali scelgano di lanciare un prodotto con un massiccio investimento pubblicitario senza curare le istruzioni per l’uso?

Noi italiani siamo abituati ad arrangiarci e non amiamo leggere le istruzioni. Ci annoiamo e preferiamo (io per primo) armeggiare con la macchina infernale: alle istruzioni ci arriviamo alla fine, quando tutto sembra ormai perduto.

Chi glielo fa fare allora, alla De LonghiNespresso, di tradurre decentemente le istruzioni?

Tempo perso. Infatti, il product manager non ha ritenuto di rileggere le istruzioni, con i risultati di cui vi ho detto.

Come gestiscono le aziende la traduzione di testi? Vediamo alcuni dei casi mi sono imbattuto.

  • Se la traduzione riguarda un testo breve di qualunque genere, la prima soluzione è la segretaria. Costa niente, e questo induce a pensare che farà di certo un buon lavoro. E ciò puntualmente accade, perché la qualità della traduzione non la controlla nessuno. Qualcuno legge il testo e ride? I Clienti diventano matti con l’elettrdomestico? Pazienza, l’importante è ignorarlo e continuare a essere convinti di aver fatto un buon lavoro.
  • Quando le pagine da tradurre sono tante e la segretaria riesce a scamparla, allora subentra l’agenzia di traduzioni, che si avvale di professionisti non sempre selezionati seguendo il criterio della perizia. Il “malloppo” è suddiviso fra più traduttori e non sempre è garantita l’allineamento terminologico (da qui l’elevata probabilità di riscontrare “orrori” e disomogeneità di gravità varia).
  • Infine, ma molto infine, le imprese ricorrono ai traduttori professionisti. Sono in genere le imprese per le quali la qualità del lavoro è critica e gli errori possono portare a perdite anche rilevanti. Parliamo ad esempio di istruzioni per l’uso di macchine utensili, contenziosi di varia natura. Insomma, tradurre bene o perdere quattrini: questo fa mettere giudizio, ma solo dopo aver dolorosamente sperimentato.

Ma dove trovarli, i professionisti bravi?

Ai miei Clienti consiglio di cominciare con il sito www.aiti.org, il sito dell’Associazione Italiana Traduttori e Interpreti, associazione di professionisti che subordina l’ammissione a un esame specifico e che si è data un proprio codice etico.

Potete, dal sito www.aiti.org, reperire traduttori qualificati presenti in ogni regione: la certezza del risultato non ve la dà nessuno, ma la probabilità di evitare cantonate è molto, molto alta.

Chi fosse punto da vaghezza può inoltre leggere le guide ai servizi di traduzione e di interpretariato, scaricabili gratuitamente dal sito: sono molto utili per affrontare servizi critici con la necessaria consapevolezza.

Allora che fare? Tutti a contattare traduttori professionisti?

Certamente sì. Ma prima è fondamentale che l’organizzazione faccia una scelta per la qualità della traduzione, che poi è una scelta di rispetto per il Cliente finale.

Quello, per intenderci, che compra la macchinetta del caffè.

PS: Tradurre è un mestiere. Un mestiere che si impara con fatica e lavoro duro. Le segretarie, in genere, odiano tradurre perché si trovano a fare qualcosa di altamente professionale per le quali non sono preparate. A voi questo non lo hanno mai detto? Certo che no, spesso non lo sanno neanche loro. Ma ve lo hanno comunicato attraverso la qualità della loro traduzione: provate a leggerne una.

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Commenti
Anonymous 12 Gennaio 2010 0:00

sconcertante

Rosario Rizzo 13 Gennaio 2010 0:00

Non è solo nel campo delletraduzioni che il "product manager" o chi per esso non controlla il lavoro fatto dagli altri e che poi sarà dato in pasto al pubblico mettendoci la faccia della propria azienda.
Non voglio fare nomi, ma visto che sei un attentissimo lettore e scrittore di recensioni, conoscerai sicuramente un paio di nomi importanti dell'editoria italiana che hanno eliminato la figura del "correttore di bozze" ed i risultati si che sono sconcertanti…

AM 14 Gennaio 2010 0:00

Credo che tu mi sopravvaluti.
Coraggio, fuori i nomi … siamo tutti curiosi.
O almeno dacci qualche dritta per capire …

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