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Ritirarsi? Come morire

4 Gennaio 2010 | di Arduino Mancini Ritirarsi con (in)successo

Sento, non di rado, parlare con ironia dei politici che tardano a lasciare la propria posizione.

Ma, se vogliamo comprendere le loro ragioni, dobbiamo cercare di guardare il mondo con i loro occhi.

Il ritiro è, per un leader, un momento difficile.

Anche quando sono anziani, direi soprattutto quando sono anziani, la minaccia dell’oblio, della non esistenza, pesa profondamente sulla scelta di restare o ritirarsi.

Per molti la telecamera, l’avidità del microfono, lo sguardo di un giornalista rappresentano, più o meno consapevolmente, la ragione stessa dell’esistenza.

Il presidente degli Stati Uniti Harry Truman parlò di questa sensazione subito dopo aver lasciato la carica affermando:

“Due ore fa avrei potuto proferire cinque parole e sarei stato ascoltato in tutte le capitali del mondo. Ora potrei parlare per due ore e nessuno ci farebbe caso.”.

I leader che non vogliono ritirarsi sono spesso persone in lotta per la loro esistenza.

La dichiarazione di Truman è citata nel libro Leader, giullari, impostori.

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Commenti
Anonymous 7 Gennaio 2010 0:00

Sarà per questo che molte aziende 'serie' impongono ai loro massimi dirigenti di andare in pensione a 60 anni? Magari condizionando laute buonuscite al fatto che abbiano trovato e formato il/la proprio successore?
Chissà.

Enrico

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