Via Bettino Craxi? Come pestargli un callo
Il Sindaco di Milano Letizia Moratti intende intitolare una via o un giardino a Bettino Craxi, leader del Partito Socialista condannato per corruzione durante Mani Pulite e scomparso 10 anni fa in Tunisia, durante la latitanza.
La decisione ha suscitato polemiche. Per il Sindaco è “giusto, nella ricorrenza del decennale della morte di Bettino Craxi, ripensare la sua figura prima di tutto dal punto di vista umano, poi politico e storico”.
Via Craxi dovrà essere senza numeri “per evitare problemi ai residenti”.
A gennaio la delibera arriverà in giunta per l’approvazione: sembra siano contrari Lega e gli ex Alleanza Nazionale. Favorevole Fassino, contrario Di Pietro.
Giusto o sbagliato? Confesso la mia perplessità.
Perché affidare a una strada il compito di favorire una riflessione storico-politica sull’operato di uno statista? Non è riduttivo?
Se, nella visione del Sindaco, sarà necessario evitare problemi ai residenti, a chi giova una strada (o, peggio, un giardino) nella quale lo stesso Sindaco difficilmente abiterebbe o andrebbe a passeggiare con i nipotini?
La strada senza numeri sembra rappresentare una soluzione capace di accontentare i nostalgici ed essere rapidamente dimenticata da chi la avversa.
Per concludere, non dimentichiamoci di Bettino: avrebbe a stento dato il suo nome a via Broletto (sono certo, avrebbe preferito via Manzoni) o al parco Sempione, visto che a Vittorio Emanuele II sono stati dedicati il corso che da Piazza Duomo porta a Piazza San Babila e addirittura la Galleria.
Lo immaginate felice nel vedere il suo nome associato a una strada secondaria a priva di numeri civici, nella quale le persone ritengono poco sicuro abitare?
Vogliamo, come dice il Sindaco, “ripensare la sua figura prima di tutto dal punto di vista umano, poi politico e storico“, decidendo, prima che la riflessione sia finita, che lui, per la città, è stato un personaggio di secondo piano.
Come ricordarlo pestandogli un callo.