Quando l'autista conta più dell'amministratore delegato
Gentile lavoratore,
l’assunzione di sostanze psicotrope o stupefacenti rappresenta un rischio per la salute di chi le assume, ne altera la percezione della realtà, le capacità cognitive e i riflessi. Alcune sostanze stupefacenti permangono nel corpo umano anche per alcune settimane, con la persistenza degli effetti suddetti. Tale condizione rappresenta un pericolo per sé e per gli altri da un punto di vista infortunistico.
La informo che è entrata in vigore la normativa riguardante la promozione della salute e la prevenzione degli infortuni e delle malattie professionali correlate all’assunzione delle sostanze stupefacenti e psicotrope, comportanti l’adozione di programmi specifici aziendali, volti a tutelare l’incolumità e la salute dei lavoratori e di soggetti terzi durante il lavoro con inclusione di tutte le attività di trasporto di cose o persone. La sua mansione presso quest’azienda rientra fra queste. È vietato l’accertamento per qualsiasi altra mansione.
Questo lo stralcio di una lettera ricevuta dal carrellista di un’azienda logistica: a riceverla, come lui, altre persone addette al trasporto di cose o persone.
Come recita la lettera, sotto l’effetto di stupefacenti le persone cessano di preoccuparsi delle conseguenze delle proprie azioni, che non valutano propriamente, e hanno una ridotta percezione del rischio.
Giusto quindi intervenire.
E i dirigenti? Loro no, loro non rappresentano un pericolo: mica trasportano cose o persone.
Ma come, direte voi, le decisioni importanti, quelle che creano o fanno sparire i posti di lavoro che stiamo cercando con il lanternino, quelle sono prive di effetti?
Certo che ce li hanno, gli effetti, ma non si vedono subito: e se non si vedono subito perché preoccuparsene?
PS. L’assunzione di droghe sta assumendo proporzioni allarmanti (nel 2009 il 15% di milanesi ne ha fatto uso almeno una volta, mentre in Europa la stessa percentuale scende al 4%): su web è possibile trovare numerose autorevoli testimonianze del fatto che la diffusione di stupefacenti fra i manager ha raggiunto livelli di guardia. Ma il legislatore non vede oltre i carrellisti.