1° Stratagemma - Uccidere grazie al pugnale altrui
La spiegazione
Il nemico è ben individuato ma il suo alleato è incerto: si induca l’alleato a uccidere il nemico, senza esporre le proprie forze.
La storia
Al tempo delle Primavere e Autunni, Huan, duca di Zheng, attaccò lo Stato di Kuai.
Prima di muovere l’esercito, si informò di quali fossero i funzionari e i generali più dotati d’ingegno e di coraggio di Kuai e stese un elenco con i loro nomi. Poi dichiarò che, una volta soggiogato Kuai, avrebbe distribuito fra loro le cariche ufficiali e tutte le terre del paese vinto. Il duca di Zheng inoltre eresse fuori le mura un altare imponente, alla base del quale seppellì l’elenco dei nomi. Poi uccise polli e maiali e prestò solenne giuramento al cielo: mai avrebbe violato la promessa.
Il principe di Kuai fu assai turbato dalla notizia, temette che i propri ministri stessero per tradire e, in un impeto d’ira, li uccise tutti. Di conseguenza, il duca Huan poté penetrare facilmente in tale “vuoto” e si impadronì di Kuai senza il minimo sforzo.
Il commento
La storia che vo ho raccontato è liberamente tratta dal libro I 36 stratagemmi.
Uccidere usando il pugnale altrui è pratica piuttosto diffusa: vedremo oggi un impiego dello stratagemma, altri li tratteremo più in là.
È impiegata quando si intende attaccare qualcuno, limitarne l’azione o addirittura espellerlo dall’organizzazione senza assumere su di sé i rischi dell’azione.
Uno dei segnali dell’uso dello stratagemma è rappresentato dal tentativo di mettere qualcuno in cattiva luce fino a generare la convinzione, in chi detiene il potere, che la sua permanenza nuoce all’interesse comune.
I mezzi sono diversi: fra i più comuni troviamo la diffusione di informazioni che testimoniano la cattiva e intollerabile qualità delle prestazioni dello sventurato, o confidenze che ne testimonierebbero le malevoli intenzioni verso i capi o l’organizzazione.
Leva fondamentale dello stratagemma è lo sfruttamento di due caratteristiche piuttosto diffuse nelle persone che detengono il potere: la scarsa tolleranza alla critica e il desiderio di manifestare la propria potenza.
La scarsa tolleranza genera il disagio che il capo rimuove attraverso l’uso del potere, limitando il raggio d’azione del malcapitato o addirittura espellendolo.
I consulenti sono fra le persone alle quali spesso il pugnale viene messo nelle mani.
A volte appositamente ingaggiati per sancire l’inutilità della persona o di un gruppo di persone (insomma, fare il lavoro sporco), in altri “tirati per la giacchetta” affinché facciano arrivare il messaggio desiderato a “chi di dovere”.
Che dire di questo stratagemma?
La mia simpatia non va a chi tende a non assumere la responsabilità delle proprie azioni: ma non sono Biancaneve e sono consapevole del fatto che “uccidere utilizzando il pugnale altrui” può in taluni casi può costituire una buona arma di difesa anche per chi ama correttezza e trasparenza di azione.
Insomma, poco edificante l’impiego sistematico dello stratagemma, ma è ottima cosa conoscerne l’esistenza per difendersi dagli attacchi.
Oppure da impiegare in casi estremi.
Ti è mai capitato di uccidere grazie al pugnale altrui?
Vai alla recensione del libro I 36 stratagemmi.