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La cinquina del Campiello secondo Rosvita: Canale Mussolini, di Antonio Pennacchi

26 Settembre 2010 | di Arduino Mancini Anti-curriculum, Colloquio di selezione, Lavoro
Oggi tocca al terzo dei 5 finalisti del Campiello.
Dopo il vincitore Accabadora e Scintille vi presento Canale Mussolini, di Antonio Pennacchi.
Perché leggerlo?
Per l’autore e la sua storia.
Fino a 10 anni Antonio Pennacchi fa era operaio in fabbrica: nel 2010 ha vinto con questo libro il Premio Strega ed era nella cinquina del Campiello: niente male.
Per il tema storico, la fedele e documentata ricostruzione che riporta alla ribalta un pezzo di storia umana e italiana.
Canale Mussolini non può essere definito semplicemente una saga familiare ambientata durante il fascismo e la bonifica dell’agro pontino: sarebbe riduttivo per i mille volti che questo libro propone.
Il testo, che segue una serie di scritti dedicati al fratello e definiti dall’autore stesso preparatori, costituisce la conclusione di un lungo lavoro di ricerca documentale: ricchissima la bibliografia citata.
Il testo si dipana intorno al canale che dà il titolo al libro: canale Mussolini, il mezzo per bonificare le terre paludose e dare una nuova opportunità a famiglie povere e affamate.
La famiglia protagonista, di origini padane, seguendo gli entusiasmi del fascismo si trasferisce in una nuova terra e qui vive la sua epopea che è vita e storia: dall’apoteosi del regime alla sua caduta.
Molto di autobiografico si trova nel libro, compreso il cognome dei protagonisti. Un vero capolavoro sono i nomi dei personaggi che sono realmente i nomi dei nostri vecchi padani: Pericle, Paride, Armida, Adelchi, Zelinda, sono i nomi che si trovano nei cimiteri di campagna.
Un’unica perplessità.
Chi l’ha sentito al Festivaletteratura dice che non ha “beccato” un congiuntivo neanche per sbaglio e che sicuramente “non ha sciacquato i panni in Arno” come fece Manzoni, ma ha fatto una “pompiera (tuffo di piedi)” nel Tevere.
Che peccato!
A domenica prossima.
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Commenti
Pericle Peruzzi 28 Settembre 2010 0:00

Non credo che il tuo informatore mantovano conosca il personaggio. Si sarà fatto impressionare dalla parlata – quella che ritrovi, strutturata in forme classico, nel libro – popolare, vernacolare. Magari dì al tuo informatore mantovano di fare un po' d'attenzione ai contenuti.

Anonymous 29 Settembre 2010 0:00

un commento direttamente dal protagonista del libro ..non può che essere un'ottima introduzione per conoscere davvero il personaggio con cappello che passeggiava per le vie del centro durante il festival. qualche dettaglio?

ale 5 Ottobre 2010 0:00

Lascio un commento perché qualcuno magari capita qua.
Il libro è avvincente e senz'altro merita di essere letto.
L'unico rammarico è che un libro, venduto a una ventina e passa di euro, con la copertina rigida e già vincitore di premio strega, non ha avuto un processo di rilettura di bozze.
Se lo avesse avuto, non avrei incontrato tanti errori di punteggiatura e ortografia, cosi frequenti da essere fastidiosi.

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