La cinquina del Campiello secondo Rosvita. Scintille, di Gad Lerner
Dopo Accabadora eccomi a voi con la recensione del secondo dei cinque finalisti del Premio Campiello. Come Accabadora, Scintille è un romanzo da non perdere.
Perché leggerlo:
- perché è una saga famigliare e culturale che attraversa luoghi, secoli e tradizioni;
- perché è una storia di ricerca di se stessi scritta da un uomo senza filtri o pudori, per certi aspetti political uncorrect… (qualcuno ha scritto “certe cose si dicono solo dei morti”… );
- perché è un libro che fa conoscere tradizioni, ambienti e storia degli ebrei e della loro diaspora.
Il libro corre su due binari che ogni tanto s’incontrano: il binario della vita della famiglia Lerner e quello della storia della comunità ebraica in Libano, nella Galizia Yddish in Ucraina, quindi in Italia e in Israele e Palestina.
Il Gilgul, che nella kaballah ebraica è il frenetico movimento delle anime dolenti che sono state separate dal corpo in modo violento, ricorre e appare concausa delle scintille prodotte dal loro infrangersi.
I personaggi, sono intensi, complessi e portatori spesso di sentimenti forti ed estremi. Come forse è tipico della cultura ebraica, le donne sono figure nette, carismatiche e poliedriche.
Non solo volti e storie, ma addirittura personificazione dei cinque sensi.
E poi il rapporto Gad-Moshe, figlio e padre: legame e conflitto continuo, prove tecniche di dialogo e dichiarazioni di eterna incomprensione.
Gli ambienti sono anch’essi vari e attraenti.
Lo shelt, in Ucraina, ovvero i villaggi, piccole cittadine, i quartieri ebraici delle grandi città e la storia della loro distruzione coincisa con lo sterminio di gran parte dei Lerner.
La favolosa Beirut degli anni ‘40: lusso, ricchezza, menzogna alla ricerca di una serenità impossibile.
La Palestina e Gerusalemme: il conflitto che mina ogni speranza di armonia e che in qualche modo ricorda quei conflitti familiari che affliggono l’autore.
L’Italia la nuova patria.
Il viaggio attraverso questi luoghi per ritrovarne i protagonisti assume i connotati di una ricerca di sé vissuta per la gran parte con la famiglia attuale: dove il passato riemerge il presente fa da ancora.
Vi segnalo che il sito di Gad Lerner, che contiene un ampio spazio dedicato alle persone, critici e non, che si sono in qualche modo occupati di Scintille (da Claudio Magris ad Adriano Sofri).
A domenica prossima!