Il conflitto? Prima o poi fa il buco!
Questa frase, attribuita al musicista Schumann, mi è stata riferita da un giudice, con il quale mi sono piacevolmente intrattenuto a margine del concorso per giovani pianisti Rina Sala Gallo.
Le parole di Schumann mi hanno fatto riflettere sul fatto che se i musicisti di un’orchestra non si preoccupano di seguire il copione e lavorare, tutti insieme, per la migliore esecuzione, stonature ed errori di varia natura possono rivelarsi anche a persone che, come me, non possono esattamente definirsi esperte.
E il pubblico? Tornerebbe a sentire la stessa orchestra? Improbabile.
Pensate di trasferire in un’impresa l’affermazione attribuita a Schumann, che suonerebbe più o meno così: due colleghi, a qualunque livello (tanto più elevate le responsabilità tanto più vera l’affermazione), non debbono litigare, almeno fino a quando la giornata di lavoro non è terminata.
Ma il pubblico, direte voi, dov’è il pubblico? E se due litigano, chi se ne accorge?
Vero, il pubblico non c’è, almeno in apparenza, ma i risultati si manifesteranno nel tempo: con perdite e posti di lavoro irrimediabilmente persi.
Il conflitto divora energie, toglie lucidità e pensiero critico.
Il conflitto è come la goccia: prima o poi fa il buco.