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Plutarco ci insegna ad ascoltare

15 Dicembre 2010 | di Arduino Mancini Domande, Ascolto, Comunicazione (in)efficace
Finora il buon Plutarco ci ha dato una mano in un bel mucchio di circostanze, ma mai finora gli abbiamo chiesto cosa pensa dell’ascolto.

Lo faccio oggi e vedrete che, come al solito, non ci deluderà: state a sentire.

In ogni opera d’arte il bello si ottiene attraverso la simmetria e l’armonia, quando molti elementi diversi si combinano in giusta misura; e così il brutto si determina immediatamente quando un elemento manca, oppure è stato aggiunto fuori luogo.

Qualcosa di simile accade con l’ascolto: non solo un’espressione del volto accigliata o annoiata, uno sguardo distratto, una postura scomposta, come le gambe male accavallate, ma anche un cenno o un bisbiglio alla persona vicina, un sorriso, uno sbadiglio, la testa abbassata o altri gesti simili a questi sono atteggiamenti biasimevoli che vanno evitati.


Vi sono alcune regole comuni a qualunque situazione di ascolto: anche quando chi sta parlando non è affatto efficace.

Innanzitutto bisogna stare seduti con una postura corretta; lo sguardo deve essere fisso su colui che parla, con un atteggiamento di sincera attenzione; l’espressione del volto deve essere rilassata, in modo da non comunicare superiorità o fastidio, né tradire distrazione per altri pensieri o preoccupazioni.

Il brano è liberamente tratto dal libro Per un parlare efficace.

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Commenti
Anonymous 22 Dicembre 2010 0:00

Il buon Plutarco ci ha lasciato un piccola opera della sua saggezza. "L'arte di ascoltare". Ve lo consiglio.

AM 22 Dicembre 2010 0:00

Grazie Anonimo,
lo prendo subito.
A presto leggerti,
Arduino

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