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Quando la trasferta l'autorizza la moglie
25 Maggio 2011 | Tattiche di sopravvivenza
Ci sono persone costrette, per ragioni professionali, a trasferte all’estero anche lunghe e frequenti: parlo di personale di vendita a vario livello, di tecnici di assistenza, di controller e altri ancora.
Questi professionisti, in larghissima prevalenza uomini, devono gestire la compatibilità fra le lunghe trasferte e la vita familiare: per dirla alla pane e salame, la tabella di marcia deve essere condivisa dalla consorte, che resta a casa.
Quali sono le difficoltà che i nostri eroi si trovano ad affrontare?
Ho condotto un’indagine su un campione selezionato di persone che viaggiano molto all’estero e ho trovato risultati molto interessanti.
Ecco a voi, in sintesi, i 10 punti emersi.
- Figlio in arrivo. Vuoi perché in questi casi ci si sente un po’ più vulnerabili, vuoi perché da un certo punto in poi ogni momento è quello giusto, “la trasferta si fa dura”.
- Gli impegni di lei. Le tue trasferte devono incastrarsi con gli impegni professionali (o personali…) di lei. Dura, molto dura da gestire: una sola parola fuori posto e ti imbarchi in una discussione sul valore relativo del suo lavoro in relazione al tuo. Zitto e pianifica con accortezza, ricordando che prevenire è meglio che litigare.
- Lo scarrozzamento dei figli. Scuola, sport, lezioni di musica, attività extrascolastiche finiscono per ricadere, quando sei via, interamente sulle spalle della tua 3/4. Poiché, si sa, le tue trasferte hanno sempre un po’ il sapore della vacanza: e il sospetto che i tuoi viaggi coincidano con le più pesanti incombenze è ormai quasi una certezza.
- La gelosia. Diciamocelo, l’ultima ispezione olfattiva post trasferta ha lasciato ampio spazio al dubbio. Non lamentarti: e se proprio devi, fallo sommessamente.
- La spesa. Vai dove vuoi ma al sabato mattina devi essere a casa: la spesa grossa (mercato e supermercato), quella pesante, spetta a te di diritto.
- La danza. Lei si è iscritta al corso di tango e, fatalità, il saggio finale coincide con la parte centrale della tua trasferta. Non le hai suggerito tu il corso di tango, sul quale avevi taciuto solo per quiete familiare? Sappi che qualunque obiezione potrebbe ingenerare il sospetto di scarsa attenzione verso la sua persona e i suoi interessi: terremo minato.
- La continuità del rapporto di coppia. Una volta viaggiavi di meno, adesso ogni scusa è buona per stare via. Che sia cambiato qualcosa? Dai la colpa al lavoro? Trova qualcosa di plausibile, perché ciò che dirai potrebbe riemergere nelle discussioni future.
- La notte. Lei ha non ama dormire da sola e non ama muoversi di casa. E allora devi far coincidere la tua trasferta con la disponibilità della mamma, della sorella o dell’amica a dormire a casa tua: pianificazione da gestire con cura…
- La continuità del rapporto con i figli. Vedi il punto 7.
- Lei è sempre triste quando vai via. O no? Perché, a pensarci bene, tutte le sere ha qualcosa da fare.
Bah…
Carino questo decalogo….. 🙂
Buona serata