10° Stratagemma – Fingersi stolti ma non folli
La spiegazione
Stratagemma grazie al quale i più esperti e navigati riescono ad apparire invece ignoranti e inetti, ingannando l’avversario.
Meglio simulare l’ignoranza e restare inattivi piuttosto che, senza volerlo, mostrarsi saggi pur non essendolo e agire temerariamente?
Restare tranquilli ma non lasciarsi sfuggire l’occasione buona: quando l’occasione non è ancora giunta aspettare ordini, immobili, come stolti; se ci si agita e ci si comporta come se si fosse folli, non solo si rivelerebbero i propri piani ma si agirebbe a caso, suscitando il sospetto dell’inganno.
“Fingersi stolti” significa non correre all’impazzata, non agire alla leggera. Il senso dell’espressione nel suo complesso è dunque assumere i modi e le parvenze dello stolto ma restando vigili e pronti a cogliere le opportunità.
Nell’Arte della guerra si dice: “Il comandante deve essere abile ad ingannare le orecchie e gli occhi degli ufficiali e dei soldati, in modo da tenerli all’oscuro” circa le reali risorse delle quali si è in possesso”.
Il Classico dei Mutamenti spiega che si deve persistere, quando si è presa la via giusta, perché si otterrà certamente il successo; non ci si deve spaventare delle difficoltà, abbandonare le mire iniziali né cercare altri mezzi. Se si consolida la propria posizione e si segue la strada scelta si arriverà al successo finale.
Per questo chi si finge stolto vince, chi si finge folle è sconfitto.
La storia
Nel 1805, Napoleone mosse con l’esercito contro la terza coalizione anti-francese.
Allorché, profittando della vittoria, inseguì i Russi fino a Ormansk, lo zar Alessandro decise, ritenendo che la propria guardia e i rinforzi fossero ormai vicini, di ingaggiare la battaglia decisiva con i Francesi.
Kutuzov invece, dotato di grande fiuto strategico, riteneva che i Russi corressero ancora il rischio di perdere l’esercito e che dovessero continuare a ritirarsi, evitare la battaglia, prolungare la guerra e attendere che l’esercito prussiano si decidesse infine a entrare in guerra contro la Francia.
Napoleone intuì la divergenza di opinioni in seno al comando generale russo e temette di perdere l’occasione buona ed essere costretto a prolungare svantaggiosamente la guerra, se Kutuzov fosse riuscito a convincere lo zar.
Così, diede ordine alle truppe di cessare l’inseguimento, chiese all’avversario un armistizio e inviò immediatamente i suoi delegati a intavolare il negoziato coi Russi.
Da attore consumato, Napoleone recitò poi la parte dell’uomo spaventato e incerto, debole e imbelle, particolarmente timoroso della battaglia campale, e riuscì a far credere allo zar Alessandro che il momento di distruggere l’esercito francese era giunto, perché mai un imperatore sfrontato come Napoleone avrebbe invocato la pace, se non si fosse trovato in un vicolo cieco.
Così, basandosi sul suo errato giudizio, Alessandro rifiutò il consiglio di Kutuzov, volse indietro l’esercito e ingaggiò la battaglia decisiva con i Francesi: infilatosi nella trappola di Napoleone, fu sbaragliato.
Il commento
Una delle forme che lo stratagemma può assumere in un contesto organizzativo è costituita dalla dissimulazione del proprio valore al fine di non ingenerare gelosie o timori e mantenere la lucidità che consente di cogliere le opportunità.
Lo stolto, o che sir si voglia la persona poco preparata, è considerato innocuo e non genera timore, poiché la scarsa competenza può provocare qualche problema ma difficilmente rappresenterà una reale minaccia per le posizioni acquisite.
Affrontare invece il folle, o che dir si voglia la persona preparata, rappresenta impresa alquanto complicata e presuppone una conoscenza approfondita delle azioni che l’avversario può intraprendere: e un folle, come la persona preparata, può gestire le situazioni in modo non sempre prevedibile.
Mostrare tutto il proprio valore, ad esempio, può far insorgere nel capo il timore che si intenda competere con lui e addirittura tramare per prendere il posto.
Meno traumaticamente, molti capi soffrono anche solo la bravura dei collaboratori quando questa si manifesta attraverso forme che gli impediscono di risplendere sono solo come capo ma anche come il più bravo nel gruppo che guida.
Una delle astuzie alle quali ricorre la persona competente al fine di fingersi stolto è quella di non fare mai immediatamente la cosa giusta, oppure di servire al capo la soluzione in modo che possa appropriarsene.
Ma tutto ciò, non limita forse alla base la crescita di competenza e i risultati che l’organizzazione può cogliere?
Certamente, ma così va il mondo e come tale va affrontato.
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