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Licenziare solo le donne significa non avere una gestione del personale

La Ma-Vib di Inzago è un’azienda a guida famigliare che produce elettroventilatori per condizionamento, ventilazione, refrigerazione e riscaldamento, motori elettrici frazionari.

Un’azienda che occupa 30 dipendenti, 18 dei quali donne.

Dopo un periodo di cassa integrazione, che ha interessato 17 donne e un uomo, a rischio ci sono 13 posti di lavoro: il posto di 13 donne.

La spiegazione ufficiale?

Il loro è il secondo stipendio della famiglia e in fondo il loro primo ruolo è quello di madre e moglie.

La notizia, venuta subito dopo la storica introduzione delle quote rosa nei consigli di amministrazione delle aziende quotate, ha avuto ampio risalto.

Non vi ripeterò qui con indignazione quanto hanno detto unanimemente siti web e organi di stampa che hanno trattato la notizia, per fermare l’attenzione su un aspetto che non ho visto trattato da altri.

Quale criterio hanno seguito alla Ma-Vib per licenziare? Quello di lasciare a casa il personale con minore produttività?

Non credo, perché ritengo improbabile che fra le persone meno produttive non vi sia neanche un uomo.

Sembra proprio che le donne siano state assunte perché costano meno e licenziate per prime perché le resistenze sono minori (secondo stipendio…).

Una gestione, purtroppo molto diffusa, che vede l’imprenditore assumere sulla base del costo del personale, ignorando il contributo intellettuale che le persone possono dare.

Il pensiero? Poco conta. E conta ancor meno se è quello di una donna.

Le donne studiano e leggono più degli uomini? Dettagli.

Purtroppo la Ma-Vib non è unica in Italia.

Troppe aziende non legano la gestione del personale alla gestione del business: troppe aziende sembrano ignorare che solo una conoscenza superiore crea vantaggio sui concorrenti.

Troppe aziende non fanno alcuna gestione del personale finalizzata a garantire la competitività dell’impresa.

L’auspicio è che progressivamente gli imprenditori, specie quelli piccoli e medi, cambino registro e che le persone imparino a scegliere di lavorare per imprese che distinguono fra un dipendente e un altro, specie sulla base della preparazione professionale.

Che cosa ne pensi?

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