Non sono io il responsabile

Il 19 luglio scorso Rupert Murdoch, proprietario di News Corporation (probabilmente la più grande compagnia mondiale nella comunicazione di massa), suo figlio James (in posizione di vertice e operativa in News Corporation) e Rebekah Brooks (ex amministratore delegato di News International e ex direttrice di News of the World, il settimanale britannico che ogni domenica informava su scandali e gossip su personaggi famosi) sono stati ascoltati dalla commissione parlamentare britannica.

Per quale ragione?

News of the World è stato chiuso l’11 luglio scorso perché finito sotto accusa per intercettazioni illegali e corruzione di agenti di polizia: il tutto per entrare in possesso di notizie riservate da pubblicare sul giornale.

L’80enne Murdoch si è scusato, ha annunciato di aver avviato i risarcimenti e ha tenuto una posizione largamente condivisa con il figlio James e Rebekah Brooks, direttrice di News of the World al tempo delle intercettazioni, che sintetizzo di seguito:

• Ammetto le responsabilità dell’azienda.
• Non sono io il responsabile, sono stato ingannato.
• Non so chi ha mentito.
• Non ho prove che la Brooks e gli altri fossero a conoscenza delle intercettazioni. Le dimissioni sono state accettate ma non abbiamo prove che lei e gli altri abbiano avuto un comportamento inappropriato.

Insomma, detective privati, poliziotti corrotti, intercettazioni e violazione della privacy condotte da giornalisti all’insaputa dei vertici, del tutto ignari di ciò che accadeva.

Può un’azienda come News Corporation avere controlli interni tanto poco efficaci da permettere ai dipendenti di pagare intercettazioni illegali e corrompere poliziotti senza che ciò fosse mai evidente al vertice?

Io credo che i Murdock e Rebekah Brooks non me ne vorranno se dico che la loro posizione appare poco credibile.

“È necessario che ripensiamo la nostra etica nel giornalismo” ha detto James.

Sembra essere opportuno.