Senza pietre non c'è arco
Ricevo questo breve articolo da un collega, Tiziano Bianconcini: una perla che condivido con voi.
Marco Polo descrive un ponte, pietra per pietra.
–Ma qual è la pietra che sostiene il ponte? – Chiede Kublai Kan.
–Il ponte non è sostenuto da questa o quella pietra,- risponde Marco- ma dalla linea dell’arco che esse formano.
Kublai kan rimane silenzioso, riflettendo. Poi soggiunge: –Perché mi parli delle pietre? E’ solo dell’arco che m’importa.
Marco Polo risponde: –Senza pietre non c’è arco[1].
L’Imperatore Kublai Kan, alto nel suo ruolo, distaccato. E’ portatore di una visione, per dirla in termini moderni? E’ certamente un uomo intelligente, aperto, curioso di conoscere e capire, interessato all’essenza delle cose. Insomma, ha molti dei requisiti necessari per essere un bravo leader. Occupa una posizione di alto potere, ed ha imparato a gestirla. Comunque ci sia arrivato, dal Milione sappiamo che Kublai amministra saggiamente il proprio potere, e che sa mantenerlo e rafforzarlo.
Marco Polo. Altro curioso, ma con i piedi per terra, un esploratore, poco interessato al potere. Soprattutto, uno che cerca camminando, veloce ma non frettoloso, e arrivando sempre alla meta. Quante volte nei deserti dell’Asia avrà avuto paura, o si sarà sentito perso nel nulla; avrà anche urlato, ma poi ha saputo ripartire e proseguire. Non vagabonda da una parte all’altra, perdendosi nelle digressioni, ma si muove seguendo il proprio disegno e fermandosi dove e quando gli pare valga la pena farlo. Come Kublai coglie l’essenza delle cose, ma poi vi unisce una buona dose di pragmatismo, che sembra prevalere sul fascino della visione: “senza pietre non c’è arco”.
[1] I. Calvino, Le città Invisibili, Mondadori, 2016