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Perché dovrebbe succedere proprio a me?

7 Novembre 2011 | di Arduino Mancini Pregiudizi, Errori cognitivi, Conformismo

L’Italia si lecca le ferite profonde che un maltempo feroce le ha inferto.

Le cinque terre e Genova hanno pagato in questi giorni il prezzo di una gestione del territorio basata su una precisa strategia: prendiamoci i vantaggi ora, poiché i problemi, se mai ci saranno, toccherà ad altri subirli e risolverli.

Le responsabilità?

Diffuse.

Di amministratori locali, certo, ma anche di imprenditori e in qualche caso singoli cittadini.

Costruire case o palazzi sui letti dei fiumi, deviare i torrenti togliendo alle acque il naturale sfogo, evitare la manutenzione dei fiumi ripulendone l’alveo significa innescare una bomba che il cambiamento climatico e le risorse che non abbiamo lasceranno inevitabilmente esplodere.

La natura si riprende quello che le togli.

Che fare?

Poche cose, ma sostanziali:

  • pianificare gli investimenti nei territori a rischio per ristabilire condizioni di sicurezza;
  • evitare, quando saremo noi a sostituire gli attuali amministratori, di dimenticare quanto sta accadendo ora e di perseguire interessi personali;
  • evitare di pensare a calamità come quelle alle quali abbiamo assistito come eventi eccezionali, frutto del caso.

Infine, scacciare accuratamente il pensiero più pericoloso: perché dovrebbe succedere proprio a me?

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