Quando la fortuna prende il posto della competenza
Meglio essere bravi o fortunati?
Post rivisto il 27 marzo 2020
Esiste una consapevolezza diffusa della tendenza a cercare una scorciatoia per il successo: l’apparizione in TV e il biglietto della lotteria spesso sostituiscono un serio piano di costruzione di competenze.
Ma cosa succede quando, specie nelle imprese, si scambia la fortuna per competenza?
Non lo neghiamo, può accadere che alcuni risultati siano ottenuti dalle organizzazioni per circostanze del tutto fortuite.
Niente di male, anzi!
È bene, tuttavia, essere consapevoli della buona sorte e della propria capacità di gestire il business.
Perché se scambiare la fortuna per competenza può rappresentare una iattura, scambiare l’incompetenza per sfortuna può rivelarsi catastrofico.
Non credi?
Trovi il post anche nel libro Palmiro e lo (s)management delle Risorse Umane – Tattiche di sopravvivenza aziendale.
L’esempio lampante ultimamente lo vediamo continuamente sui media: una grande nave adagiata su una spiaggia del Giglio. Sfortuna o incompetenza? Qualunque cosa l’abbia causata, rimane una catastrofe.
Il cocktail, in questo caso è stato mortale.
La fortuna e’ un “bonus” non prevedibile,
ci puo’ essere forse, ma non lo si puo’ “preventivare” nel budget.
Si deve sempre agire come se non esistesse .
Saluti
Il “Drake” (Enzo Ferrari) sosteneva di preferire un pilota discreto ma fortunato a un pilota bravo ma sfortunato.
Dopo 20 anni di esperienza commerciale devo ammettere che aveva ragione.
La competenza è d’obbligo, l’eccezionalità no, ma un pò di c..o aiuta, anche a scegliere l’azienda giusta per cui lavorare.
Un abbraccio.
Cristian
Personalmente, ritengo che la fortuna e la sfortuna non esistano. Esiste invece il caso, che però è cosa ben distinta da quelle e che ha ben altra dignità.
Chiudo riportando le parole di Rubén Magnano, coach dell’Argentina che vinse la medaglia d’oro alle Olimpiadi del 2004 nel basket: “Molti mi hanno detto: ‘Sei stato fortunato a battere gli USA in semifinale e poi a vincere il titolo’. Però, chissà perché, tutte le volte che in vita mia ho lavorato duro, poi sono stato fortunato”.
… parole sante…
A presto leggerti,
Arduino
Lavorare duro conviene sempre a prescindere dal fattore C almeno così non si hanno rimpianti. L’aver tentato tutto il possibile per la buona riuscita di qualunque impresa è fondamentale per non dover poi piangersi addosso nel “caso” si abbia un risultato “sfortunato”.
Competenza e fortuna non sempre viaggiano a braccetto…
Vero Ticiana, competenza e fortuna non sempre viaggiano a braccetto. Ma la fortuna l’ho vista poche volte con l’ignoranza…
A presto leggerti,
Arduino
Secondo me la fortuna siamo noi stessi, è dentro di noi.
Abbiamo la possibilità di vivere e viverci ogni giorno nel modo in cui vogliamo, basterebbe volerlo.
Lavorando duro sugli aspetti che ci interessano e che servono per migliorarci e perseverare essendo consapevoli che la strada non sarà mai dritta, ma che la soddisfazione di essere arrivati in fondo e di avercela fatta non ha prezzo.
Già!