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Una, discutibile, suddivisione dei compiti
Tu paghi, io firmo!
12 Luglio 2012 | Le frasi terribili - Management e Smanagement
Molti dei capi che mi sono passati sulla testa (tedeschi, danesi, francesi, svizzeri, americani, inglesi, scozzesi e perfino italiani…) avevano in comune un’espressione: “tu paghi, io firmo”, parole che pronunciavano invariabilmente di fronte al conto di una colazione di lavoro.
Una situazione che ho sempre trovato poco piacevole.
Perché?
Perché a rimanere segnata dal salatissimo conto restava la mia nota spese, ancorché autorizzata.
Non quella del capo.
A te è mai capitato di sentirti dire “tu paghi, io firmo”?
E come ti sei comportato?
Trovi il post anche nel libro Palmiro e lo (s)management delle Risorse Umane – Tattiche di sopravvivenza aziendale.
Cosa li tratteneva? Mha, forse dal voler lasciare un’immagine “candida” documentata dai numeri … la bolletta telefonica è un altro esempio: ho visto dirigenti fare squilli e farsi richiamare … o telefonare da una postazione fissa. Il conto che è facilmente identificabile con la persona è una metro di valutazione, più risparmi e più sei virtuoso … incredibile ma vero.
Ciao Vincenzo,
c’è risparmio e risparmio.
Lasciare il conto salato nella nota spese del collaboratore per non “macchiare” la propria è cosa diversa dal telefonare da un telefono fisso e farsi richiamare.
I due atteggiamenti nascondono un’insicurezza di fondo che mina la leadership del capo.
Grazie per il commento e a presto leggerti.
Arduino