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Quanto è vulnerabile il tuo posto di lavoro? I risultati del sondaggio

1 Ottobre 2012 | di Arduino Mancini Anti-curriculum, Colloquio di selezione, Lavoro

Lo scorso 13 settembre ho pubblicato una sondaggio per riflettere insieme sulla vulnerabilità del posto di lavoro.

Con quali fini?

Stimolare la riflessione sul tema e scoprire l’orientamento dei lettori di tibicon in merito ad argomenti  rilevanti circa la relazione fra la persona e il ruolo che ricopre nell’organizzazione.

Ecco quanto emerso dal sondaggio: clicca qui per scaricare il pdf, di seguito un riassunto dei risultati pià rilevanti.

Hanno risposto 279 persone, oltre le attese più rosee (grazie!), con questi risultati per ciascuna domanda.

  1. Stai continuando a imparare?
    1. Oltre il 53% sostiene di non imparare abbastanza (44%) o affatto (9%) nel ruolo che ricopre.
    2. Solo il 25% sostiene di fare nuove e utili esperienze (22%) o si dice completamente soddisfatto (3%).
    3. Il 22% sostiene di continuare a imparare.
  2. Senti di possedere le competenze necessarie per fare bene il tuo lavoro?
    1. Poco più di un terzo sente di non possedere le competenze necessarie per gestire al meglio il suo ruolo in toto (2%) o in parte (32%) e di aver bisogno di formazione.
    2. Poco meno del 40% delle persone sente di essere tanto competente da ricoprire il ruolo con facilità (16%) o addirittura di essere in grado di ricoprire anche altri ruoli (23%).
    3. Quanti sentono di essere competenti almeno quanto basta superano il 60%;
  3. Le persone che lavorano con te, si rendono conto delle tue competenze?
    1. Poco meno del 70% sente di essere apprezzato dai colleghi, anche in modo rilevante (26%).
    2. Interessante notare che quasi un terzo delle persone non vede riconosciuta le propria competenza (8%) o non saprebbe esprimersi in merito (24%).
  4. Se la tua posizione venisse cancellata qualcuno se ne accorgerebbe?
    1. Il 5% sostiene che l’azzeramento della propria posizione non sarebbe notata, mentre il 18% non sa rispondere alla domanda.
    2. Il 77% sostiene che la cancellazione della posizione che ricopre sarebbe evidente perché si creerebbero difficoltà (27%) o perché il ruolo è critico (13%).
  5. Ritieni la tua retribuzione adeguata?
    • Il 45% ritiene la propria retribuzione adeguata (1% superiore ai propri meriti) mentre il 42% ritiene di non essere adeguatamente retribuito.
    • Il 13% non sa esprimersi in merito.
  6. Se dovessi candidarti a ricoprire la tua posizione, riusciresti a conquistarla?
    • Il 38% è convinto che riuscirebbe a sperare la selezione (il 4% sbaragliando i concorrenti), mentre 47% è fiducioso di riuscirvi.
    • Molto contenuto il numero dei no (2%) e i non lo so (13%).
  7. Quanto tempo dedichi in autonomia alla tua formazione?
    • Il 37% afferma di dedicare poco tempo (26%) o di non fare nulla per la propria formazione (11%), mentre il 63% fa almeno quanto basta per ricoprire il ruolo.
    • Solo il 6% sostiene di fare quanto basta per essere considerato un esperto.

Una riflessione finale?

Certamente, da accogliere con la cautela consigliata della numerosità del campione dall’assenza di segmentazione:

  • sia a livello individuale o sia a livello organizzativo ci preoccupiamo troppo poco della costruzione delle competenze necessarie a gestire il ruolo con efficacia, il che rende molti fortemente vulnerabili verso il cambiamento;
  • la sicurezza con la quale sentiamo di ricoprire il ruolo e la fiducia di riuscire a conquistarlo in una ipotetica selezione accrescono la sensazione di vulnerabilità ispirata dal punto precedente;
  • le organizzazioni fanno poco per verificare la propria efficienza, poiché vi sono segnali concreti di posizioni che potrebbero essere cancellate senza un impatto rilevante sulla gestione;
  • esiste una insoddisfazione diffusa circa la retribuzione, in una misura che sarebbe stato lecito attendersi superiore alla luce della cronica stagnazione delle retribuzioni.

Che fare?

Oltre a pregarti di dare diffusione a questi dati, la mia raccomandazione è quella di concentrarti sulla tua preparazione sia a livello individuale sia sollecitando l’organizzazione affinché prenda iniziative in questa direzione.

Perché, secondo me, la conoscenza rimane la sola cosa in grado di contenere la vulnerabilità professionale.

E a tuo parere?

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