La corruzione non è nel nostro DNA
Resistiamo, perché c'è chi dice no!
Non è mi era mai accaduto di imbattermi in libri di imprenditori che raccontavano casi in cui veniva loro chiesto una mazzetta, poiché del tema della corruzione nei libri di management si parla decisamente poco.
Oggi voglio leggervi un breve passo che ha tratto da Grom, storia di un’amicizia, qualche gelato e molti fiori, il libro scritto da Federico Grom e Guido Martinetti, gli imprenditori che hanno dato vita alla omonima e innovativa catena di gelaterie.
L’episodio è raccontato da Federico e si riferisce al 2009 quando i due amici, dopo essere riusciti ad aprire un negozio perfino a Tokio, cercavano con determinazione di aprire a Roma.
Avevano trovato un locale in zona adeguata ma che, essendo stato un negozio di abbigliamento, non aveva l’obbligo di avere il bagno, essenziale per una gelateria, e non era provvisto di allacciamento alla rete fognaria.
Essendo il locale in pieno centro storico, sarebbe stato impensabile ottenere prima di un anno l’autorizzazione per avviare i lavori.
Un anno.
Accompagnato da Tommaso, il loro architetto, Federico si recò in Comune per verificare l’esistenza di una qualche possibilità di diminuire la durata del periodo: e questo nonostante lo scetticismo di Tommaso.
In comune Federico e Tommaso incontrarono un vigile. A questo punto cedo la parola Federico, limitandomi a sintetizzare qua e là il suo racconto.
Lui, il vigile. “Ragazzi, a che serve l’Asl?” (…)
“Vede…” E gli racconto la nostra avventura: gli dico che sono un gelataio (…), che abbiamo negozi in tante città in Italia e all’estero. Proseguo raccontando la volontà di aprire anche Roma e (… ) E gli parlo del problema di allacciamento alla rete fognaria. E delle relative, insostenibili, spese per tenere il negozio chiuso per un anno.
Non finisco il racconto che gettata la sigaretta terra, il mio comprensivo ascoltatore mi batte due rincuorati pacche sulle spalle.
“C’è una soluzione a tutto, caro il mio Tron. Ce stà sempre una soluzione…”
Sono sbalordito.(…) “Cioè?“
(…) “Lei mi dà € 40.000, così, sull’unghia, (…) E in 20 giorni al massimo ha il suo allacciamento. Bello funzionante.”
(…) “Guardi, la ringrazio molto,” Tommy e io, stupiti di tanta franchezza, sembriamo due bambini alla prima comunione, “ma noi non facciamo nero e non saprei proprio come appagarla. Quindi grazie, grazie davvero, ma devo proprio rifiut…”.
La terza pacca sulla spalla di un inesorabile e con quella un nuovo bisbiglio:
“ Non si preoccupi caro Tron. C’è sempre la soluzione…”
Sono a dir poco incuriosito da questa nuova soluzione, lo ascolto in religioso silenzio.
“ Lei fa il bagno insieme con la società che dico io. Quando ci costeranno? 10,15 mila? (…) Noi aggiungiamo a quei 10.000 i 40.000 e ci facciamo una bella fattura. Fa 50.000, fatturati. Tutto risolto. Ualà!”
Francesismo d’occasione, schiocco di dita e quarta pacca sulla spalla.
Sposto la mano, arenata sulla mia giacca, raccolgo lo zaino e rifiuto garbatamente la proposta del mio nuovo amico. Voglio andarmene.
“Mi spiace,” sono schifato, “ma queste vaccate non le facciamo.”
Tommy e io salutiamo e ci allontaniamo pesti.
Il negozio, a Roma, lo apriremo un’altra volta.
Confortante sapere che ci sono imprenditori che tengono duro e che rifiutano certe logiche anche a costo di deprimere gli affari.
Del resto quello proposto dal vigile a Federico altro non è che uno dei mezzi più diffusi per portare l’Italia a essere uno fra i paesi più corrotti del mondo, nel quale il “fatturato” della corruzione ammonta a 60 miliardi (dati della Corte dei Conti del 2011).
Chi volesse approfondire sappia che può leggere il libro La democrazia dei corrotti, alla presentazione del quale ho assistito recentemente.
Resistiamo.
Perché c’è chi, come Guido e Federico, dice no.
Se tutti e comunque la maggior parte delle persone agisse così non avremmo la classe politica che abbiamo. Siamo bravi a criticare ma credo che se nel piccolo delle proprie possibilità cerchiamo la via più facile anche se non onesta, qual’ora avessimo la possibilità di fregare più in grande …. la corruzione sarebbe assicurata.
Grazie del commento @Ilaria, che condivido per la gran parte.
Per fortuna esiste chi critica e, pur potendosi prendere dei vantaggi, dice no.
La generalizzazione che finisce per giustificare è una cosa che, intellettualmente, non mi è propria.
A presto leggerti,
Arduino
Concordo con tutto, non volevo generalizzare. Ritengo però, che se siamo a questo punto, la percentuale delle persone che non si comporterebbero in tal modo è o è stata (speriamo) troppo alta.
Il duo Grom-Martinetti, non viene da nulla, non solo è dotato di un solido piano di business ma anche di background culturale.
Non sarà che cultura ed etica del e nel lavoro siano collegate ?
Quanti sono quelli che si improvvisano imprenditori ed a causa delle “asimmestrie informative” di cui sono vittime cercano di risolvere utilizzando le scorciatoie che gli vengono proposte ?
Se questo Paese continuerà a sfornare imprenditori impreparati e raffazzonati i metodi dei soliti furbi così come descritti nel libro continueranno ad avere un fertile brodo di cultura nel quale proliferare.
Sicuramente l’imprenditore impreparato ha un movente in più per trovare soluzioni tramite scorciatoie ma, la maggior parte del popolo non sono imprenditori, sono dipendenti e anch’essi cercano spesso le scorciatoie: per un posto di lavoro, per una visita medica, per non pagare la multa. Credo che l’etica sia alla base di tutto.
Condivido le vostre posizioni.
Vero Ilaria, l’etica è un elemento essenziale del viver comune, e (mutuo da te) “la percentuale delle persone che non si comporterebbero in tal modo è o è stata (speriamo) troppo alta”. Vero, voglio pensare che ci siano tante persone che non solo non possono ma non vogliono tenere certi comportamenti.
E come non condividere il pensiero di Roberto. Per molti la scarsa preparazione e la tanta svogliatezza nel costruire competenza è decisiva nell’imboccare le scorciatoie illegali.
Ma i più pericolosi, amici miei, sono quelli che, pur essendo preparati, al crimine (perché di questo parliamo) non rinunciano perché può garantire loro maggiori profitti nel breve; dimenticando che corrotti e corruttori hanno alla fine una caratteristica comune: la ricattabilità.