Il gioco? Un pessimo affare!
Non ci credi? Ecco allora qualche dato (dal numero di febbraio 2013 di Valori):
- l’Italia è il primo fruitore al modo di scommesse online, con il 23% di quota di mercato e l’1% della popolazione mondiale;
- in media (neonati compresi) spendiamo €1450 all’anno in gioco d’azzardo; l’IMU ci è costata in media €194 (come pensare di intenerire Mario Monti per l’IMU, con questi numeri?);
- ogni italiano destina a scommesse e giochi il 13,5% del proprio reddito;
- abbiamo 150 slot machine per abitante (i medici sono uno ogni 275).
Sconvolgente, vero?
Ora facciamo una breve analisi.
Il fatturato dell’industria del gioco è cresciuto del 400% negli ultimi 8 anni ma le entrate fiscali sono stabili; se per il Lotto la quota che finisce allo stato è del 27% e per il Superenalotto del 45%, per le video lotterie è del 3% e per i casinò online è lo 0,6%.
La strategia di business?
La bassa tassazione avrebbe lo scopo di attirare investitori e spingere le persone a scommettere alzando le percentuali di ritorno per i giocatori: lo stato può così sperare di incassare di più grazie alla più ampia base imponibile.
Ciò che il legislatore sembra aver dimenticato è che i giochi a minore tassazione sono anche quelli a maggiore frequenza e quindi a maggior rischio di patologie: per dare qualche numero, questi giochi raccolgono €52 miliardi e il 6,7% dei giocatori (1.139.000 italiani) ne ha perso oltre 12 (€10.500 per persona).
Insomma, la strategia dello Stato sembra essere quella di accrescere le entrate fiscali contribuendo a generare patologie sociali, per sostenere le quali andremo ad impiegare le maggiori entrate provenienti dal gioco, purché siano sufficienti.
Davvero brillante.
Comunque qualcosa si muove.
Il ministro della salute Balduzzi ha inserito la ludopatia fra le patologie curate dal Sistema Sanitario Nazionale e previsto il blocco della pubblicità dei giochi d’azzardo da metà 2013.
Diciotto organizzazioni di diversa estrazione ( ACLI, ALEA, ANCI, ARCI, AUSER, Avviso Pubblico, CGIL, CNCA, CONAGGA, Federconsumatori, Federserd, FICT, FITEL, Gruppo Abele, InterCear, Libera, Uisp) hanno promosso “Mettiamoci in gioco”, una campagna per fare pressione su Parlamento, Enti Locali e Governo:
- porre un freno al modello di “liberalizzazione controllata” del gioco d’azzardo e chiedere una moratoria rispetto all’immissione di nuovi giochi;
- restituire un potere decisionale alle comunità locali, dando ai sindaci il potere di intervenire sulle licenze;
- impedire la pubblicità del gioco d’azzardo, come avviene per il tabacco;
- inserire il gioco d’azzardo patologico nei Livelli Essenziali di Assistenza previsti per i servizi sanitari, con una normativa che equipari il diritto alle cure e l’accesso gratuito e diretto ai servizi già garantiti per altre forme di dipendenza patologica;
- costituire un tavolo di confronto con associazioni e i servizi di settore, per definire una efficace campagna di educazione al gioco e di prevenzione dei rischi indotti dal gioco d’azzardo;
- chiusura della campagna “Giovani e Gioco” realizzata nelle scuole dai Monopoli di Stato, di cui è stata segnalata da più parti la discutibile impostazione.
E noi?
Cosa possiamo fare, oltre a smettere immediatamente di briciare denaro in qualunque forma di gioco?
Possiamo togliere le legna sotto il calderone, evitando di frequentare bar che abbiamo all’interno le slot machine: sul sito senzaslot.it potete trovare i nomi dei bar che evitano di ospitare gli infernali aggeggi e segnalarli.
Facciamo anche noi la nostra parte, che ne dici?
PS. Dimenticavo di fare una domanda al Presidente del Consiglio, presente e venturo: Lei pensa che il gioco d’azzardo di massa, e l’atteggiamento che esso genera nelle persone, sia compatibile con lo spirito di iniziativa e la fiducia in sé che l’Italia deve ritrovare per uscire dalle secche della recessione?
Non posso non complimentarmi per questo bellissimo articolo che mette in luce il perverso legame tra tasse e gambling! Davvero interessante e illuminante!
Grande Arduino, 10 e lode per il saggio e per l’analisi di un problema che sta lentamente corrompendo la nostra società.
Che il gioco d’azzardo generi dipendenza non è una novità, lo è invece che uno Stato Sovrano approfitti della debolezza dei propri cittadini per fare cassa.
Spetta comunque e soprattutto a noi, i cittadini, fare in modo che il fenomeno regressi; leggi giuste e mirate a proteggere i più deboli son sempre utili, il buon senso e l’accortezza di evitarlo (il gioco d’azzardo) di più…
A presto
Cristian
Grazie a entrambi. Questo è un tema che mi vede molto sensibile. Scriverò ancora sul tema a breve, perché ci sono statistiche e profili dei giocatori che vanno resi noti.
Ciao e a presto leggervi.
Arduino
Un bell’articolo da rendere noto a tutti , il gioco d’azzardo sta letteralmente dilagando nella nostra società come macchi d’olio , tutti.. e dico tutti ..pensano che questo sia il modo più veloce di far soldi non accorgendosi invece che in questo modo si riducono alla miseria .