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Perché raramente parlo di attualità
26 Maggio 2013 | Domande, Ascolto, Comunicazione (in)efficace - Giornali Giornalismo Informazione
Confesso che lo faccio per non annoiare i lettori aggiungendo la mia voce a quella di quanti cercano uno spazio di ascolto parlando di temi cosiddetti “caldi”, consapevole da sempre del fatto che la riflessione difficilmente si accompagna all’immediatezza.
Credo che la qualità di ciò che leggiamo e l‘attenzione prestata sarebbero superiori se tutti condividessimo un pensiero di N.N.Taleb, che riporto di seguito.
L’epoca dell’informazione esponenziale assomiglia a una persona verbalmente incontinente; essa parla sempre di più. Mentre è sempre minore il numero di coloro che ascoltano.
Cosa ne pensi?
Collegamenti utili
Se vuoi sapere di più di Taleb sappi che trovi qui Giocati dal caso e Il Cigno nero, due libri imperdibili.
Purtroppo alcuni di quei “verbalmente incontinenti” non si limitano solo a parlare ai pochissimi che ascoltano, ma riescono anche a fare danni!!
E’ vero che spesso le parole feriscono più delle azioni, ma le azioni producono danni più gravi, irreparabili.
Viviamo in un’epoca in cui ognuno di noi ha i mezzi e le qualità per discernere, valutare e dare un’interpretazione corretta e attuale a ciò che quotidianamente l’informazione e la disinformazione ci propinano tentando di far passare un messaggio….quello che vogliono loro…il problema è che troppo spesso ci riescono.
Nonostante viviamo in un mondo più consapevole dei nostri avi, e siamo tecnologicamente più avanzati, a livello umano siamo regrediti, l’informazione esponenziale non è un modo consapevole di scegliere ma un modo per influenzare il pensiero e le azioni di molti. Un saluto