La soluzione al quiz del cavallo
Sabato 22 giugno ho pubblicato un quiz sulla percezione, che poneva ai partecipanti una semplice domanda: cosa vedi nella figura?
La figura è quella che vedi qui, ruotata di 90° in senso orario.
Vediamo ora i risultati, anche scorrendo i commenti: terrò conto anche di quelli pubblicati su LinkedIn, piuttosto numerosi.
Alcuni hanno visto solo il cavallo e nient’altro, vedendo la rana dopo aver cercato altro perché stimolati dalla discussione.
Altri hanno citato solo la rana, probabilmente dando per assodato il cavallo.
Altri ancora hanno visto da subito sia la rana sia il cavallo.
Interessante il fatto che alcuni abbiano anche descritto le ambientazioni (ad esempio un cavallo sul ciglio della strada) e altri abbiano individuato altri animali, quali un cigno o un uccello.
Altrettanto interessante che molti abbiano cercato la soluzione senza farsi influenzare da ciò che altri dichiaravano di vedere.
Lo scopo del quiz?
Generare un’occasione per riflettere insieme circa il modo in cui osserviamo le cose e raccogliamo le informazioni.
Guardando la figura in assenza di una domanda ciò che la gran parte di noi avrebbe visto è il cavallo, e nient’altro.
Dovendo rispondere a una domanda è evidente che c’è altro da cercare, altrimenti la domanda stessa non avrebbe avuto ragione di essere posta (anche perché sapete bene che tengo alla mia incolumità…): e allora più o meno tutti hanno visto sia il cavallo sia la rana, i due animali più facilmente individuabili.
Sollecitati in modo più o meno diretto dal mio modo di gestire la discussione, altri hanno visto molti più particolari, quali altri animali o ambientazioni, per la verità non immediatamente individuabili.
Vittime di pareidolia o di completamento amodale? Forse, ma forse no.
Che cosa sta a significare tutto ciò?
Che la tendenza della gran parte di noi, di fronte a una situazione circa la quale vogliamo raccogliere informazioni, tende a fermarsi in superficie e a cogliere ciò che è immediatamente disponibile: solo quando siamo sollecitati o ci troviamo nella stretta necessità allora diamo fondo alle energie e cerchiamo interpretazioni diverse.
Aggiungiamo a questo la tendenza a sopravvalutare il nostro pensiero e a scartare tutto quello che non viene direttamente da noi e avremo completato un quadro che ci vede raccogliere meno informazioni di quelle che potremmo raccogliere e delle quali avremmo probabilmente bisogno.
Insomma, mettere in discussione quello che pensiamo e al tempo stesso essere determinati nel cercare di cogliere ciò che può non essere immediatamente visibile ci aiuterà ad accrescere la nostra efficacia personale.
Non credi?
Arduino, articolo stimolante anche questo. Non ho partecipato al quiz, quando l’hai pubblicato, perchè in quel momento non avevo voglia di impegnarmi/cercare/dare una risposta, e sapevo che il centro di tutto era proprio il “cavallo”, cioè il soffermarsi in superficie (prima impressione), senza “scavare” più a fondo -) :-). Mi trovavo ( e mi trovo) in una situazione di stanchezza mentale profonda, per cui ogni cosa mi costa fatica. E credo di trovarmi in questa situazione proprio per il mio costante ed imperterrito continuare ad andare sempre a fondo delle cose, modus vivendi che ha prosciugato le mie energie. Ti seguo molto su Linkedin…. chissà se mi riconosci! 🙂 Ciao Cristina
….ciao Cri <3, ciao Arduino, arrivederci al prox quiz…mi fa piacere vedere che, seppure un po' rozzamente, ho intuito l'intento 🙂
@Mary. Rozzamente? Bah…:-)
Grazie Cristina.
Certo che ti ho riconosciuto, il tema della stanchezza e della tendenza ad approfondire le cose nel dettaglio, la ricerca di cura (eccessiva?) è affiorato anche nella discussione su LinkedIn.
Credo anche che dobbiamo fare le cose quando ne abbiamo voglia: chiacchierare e leggere su web deve essere un piacere, se ci costa fatica oltre misura lasciare perdere è cosa buona e giusta.
Per tornare alla stanchezza mi sorge spontanea una domanda: “andare sempre a fondo delle cose” e cercare possibili interpretazioni di una situazione che osservi sono per te la stessa cosa?
Comunque, brindo al tuo commento sul blog :-).
A presto leggerti,
Arduino