Come faccio a conoscere quello che non so di non sapere?
Preparando la presentazione di sabato prossimo (sabato? porca miseria ci siamo…) ho sfogliato un libro che è stato decisivo per la mia formazione: il titolo è Il capitale intellettuale, la nuova ricchezza.
All’inizio di uno dei capitoli ho trovato un pensiero dello scrittore inglese Samuel Johnson, il quale afferma che ci sono due tipi di sapere. O conosciamo personalmente un argomento, oppure sappiamo dove trovare informazioni utili.
Una posizione interessante, che tuttavia presuppone in entrambi i casi che io sia consapevole di ciò che mi occorre conoscere.
Insomma, ciò che Johnson trascura è quella parte di sapere della quale non conosco l’esistenza, che tendo a trascurare e che è quasi sempre più importante di quella alla quale ho accesso.
Come posso comportarmi per entrarne in possesso?
Inutile negare che nella risposta a questa domanda sta gran parte della competitività delle imprese e della robustezza personale di fronte alle fluttuazioni alle quali il caso ci espone.
Ma esiste, una risposta?
La cercheremo insieme a Firenze, sabato 6 luglio, durante la presentazione del mio libro.
Ci sarai, vero?
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