Oggi ti confido una cosa…
Pochi sono a conoscenza del fatto che mi piace preparare la pasta fatta in casa.
Ho cominciato qualche anno fa, quando ho realizzato che una delle cose più buone delle quali avessi memoria erano le tagliatelle all’uovo che preparava mia madre.
Quando ero bambino ero affascinato dalla maestria con la quale si muoveva contemporaneamente pasta e ragù.
Il piatto forte dello spettacolo era il taglio della sfoglia: aveva un coltello dedicato ed era capace di tagliare tonnellate di pasta rapidamente, dando vita a tagliatelle tutte di identica larghezza.
Fantastico…
Così un giorno mi sono detto: perché tutto questo sapere deve andare perduto?
Perché non provare io a combinare qualcosa, cominciando dal nitido ricordo?
Confesso, a quelle vette non sono mai arrivato e non ci arriverò mai; ma a giudicare delle insistenze di famiglia e amici il risultato non deve essere poi così male.
Ecco, nelle foto che seguono, momenti diversi della preparazione del ragù e della pasta all’uovo, lavorata a mano con il piacere di stimolare i miei figli a conservare in futuro un pezzo gustoso del capitale intellettuale di famiglia.
Che te ne pare?
Come hai detto? Dov’è il piatto di pasta da portare in tavola?
Scusa, ma lì non ce l’ho fatta a scattare la foto: i miei gentili commensali stavano attentando al mio piatto…
Perché, oggi, non ci provi anche tu? Se ce l’ho fatta io…
Coraggio!
E bravo Arduino! Comporre con la farina e l’acqua (o nel caso della pasta con le uova….) è quanto di più vivo e bello si possa fare.
Ingredienti semplici e storici che racchiudono storie e segreti ben custoditi.
Io preferisco fare il pane o le focacce. Aprire dibattiti sui lieviti (madre o non madre, di birra, etc.) e sulle farine (aggiungere il rinforzo di Manitoba o fare I puri…..).
Rispetto alla pasta fatta in casa nel pane e nelle focacce c’è anche il rito dell’attesa, della lievitazione, con buffe e antiche regole per la temperature (la nonna che avvolgeva il tutto in una coperta messa sotto al materasso!!).
Hai ragione da vendere! Questo patrimonio di conoscenza non deve andare perso. Quindi facciamoci promotori di impasti e sughi, di lievitazione e di cotture!!
Giusto!!!
E quanto si risparmia!!!!
Dovremmo rispolverare un po’ le antiche tradizioni dei nonni… 🙂
Ne gioveremmo assai!!!
E qui riconosco gli amici di una vita…
Cara Stefy,
gira gira si finisce sempre a tavola!
A presto,
Arduino
Accidenti Arduino, mi hai fatto venire voglia di carpire i segreti dei mitici gnocchi di patate della mia nonna friulana!! Credo che tutte queste cose siano davvero un patrimonio da valorizzare e tramandare, oltre che un patrimonio affettivo per noi che con certe prelibatezze ci siamo cresciuti: profumi, sapori, situazioni.
Questo tuo post mi ha fatto anche venire in mente una scena del film “Ratatouille”, dove il critico culinario assaggia una portata evidentemente squisita e ritorna per un istante al ricordo di sua mamma che gli preparava lo stesso piatto… l’ho trovata una scena davvero bella!
E chi l’avrebbe mai detto??? Un consulente di tutto rispetto che fa la pasta all’uovo in casa….bravo!!!
Condivido l’aspetto “salva patrimonio di famiglia” inoltre vuoi mettere il gusto e l’orgoglio di dire ai nostri ospiti : assaggiate…questo piatto è interamente realizzato con le mie mani per voi…ti senti un attimo bravissimo!!!!
Se ti piacciono le marmellate ti dò qualche ricettina io ne preparo di tutti i tipi, dolci e piccanti, da regalare alle persone care che amano deliziarsi con i gusti delle cose fatte in casa.
Buone vacanze a chi è in ferie!!