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Quando il lavoro ci piace. Troppo...
15 Luglio 2013 | Costruisci la tua resilienza
Ieri, riordinando una pigna di libri, mi sono imbattuto in Tre uomini in barca (per non parlare del cane), il divertentissimo romanzo di Jerome k. Jerome, e non ho saputo resistere alla tentazione di sfogliarlo.
Ecco uno dei passi che mi sono fermato a leggere.
Amo il lavoro, mi affascina. Posso star seduto a guardarlo. Adoro tenermelo vicino; l’idea di liberarmene mi spezza il cuore.
Un pensiero che se da un lato mi porta a chi cerca meritoriamente di dare qualità alla sua vita, facendo in modo che la metà circa che trascorre al lavoro non rappresenti una punizione, dall’altra mi ricorda persone che hanno preso Jerome k. Jerome troppo alla lettera.
Come si comportano, questi ultimi?
Ne hai mai incontrato uno?
Si vive per lavorare o si lavora per vivere?
Buona domanda matteo. Tu cosa ne pensi?
Grazie del commento e a presto leggerti.
Arduino
Non è facile capire quale sia la peggiore… però, con uno sforzo di ottimismo direi di vivere per lavorare, immaginando un lavoro nel quale poterci mettere tutta la passione possibile (evitando ovviamente l’ossessione descritta nell’articolo allegato).
Il problema ora è trovare quel lavoro….