Dieci domande sul tuo capo: i risultati del sondaggio.
Eccoci alla pubblicazione dei risultati del sondaggio, che ho progettato con lo scopo di farci un’idea della percezione che i collaboratori hanno dell’efficacia dell’azione di chi li guida.
Auspico anche che i numeri che vado a pubblicare possano costituire materia di riflessione sia per i capi sia per chi ha la responsabilità di occuparsi della loro formazione.
Il sondaggio, al quale hanno risposto in modo anonimo 100 persone, ha interessato i seguenti temi: la delega, la responsabilità, la lode, il cazziatone, il coraggio, la competenza, la formazione, i risultati, la critica, il cambiamento.
Di seguito una sintesi dei risultati per ciascuna delle voci, mentre facendo clic su questo collegamento potrai scaricare il pdf con tutti i dettagli.
Comincio subito, poi i commenti.
Il tuo capo delega?
- Solo il 15% ha scelto la risposta “Sì, sistematicamente. È consapevole delle sue responsabilità e di quelle dei suoi collaboratori, e si preoccupa del loro sviluppo professionale”.
- Il 55% delega solo in una o più dei seguenti casi: ha troppo lavoro, non conosce la materia o addirittura non ha sufficiente padronanza del ruolo.
- L’11% delega quando si tratta di seccature e mai a collaboratori dei quali teme la concorrenza.
Il tuo capo riconosce la qualità del tuo lavoro?
- Solo il 18% dei capi accoglie la conclusione positiva di un compito con un “hai fatto un buon lavoro” e incoraggia a migliorare, mentre il 32% lo fa solo quando non ha altro per la testa.
- Il 22% non loda per non incappare in una richiesta di aumento.
- Il 21% dei capi ignora la qualità delle prestazioni, se non quando non soddisfacenti.
Il tuo capo accetta le proprie responsabilità?
- Un quarto dei capi accetta le responsabilità proprie ed è consapevole che anche quelle dei collaboratori sono, alla fine, sue.
- Il 67% le riconosce solo quando ha successo, oppure fa di tutto per metterle in relazione con quelle di altri per condividere l’eventuale fallimento.
Il tuo capo si occupa della tua formazione professionale?
- Oltre un terzo dei capi si occupa di formazione dei collaboratori limitatamente alle conoscenze tecniche minime necessarie o ritiene che si possa imparare solo dall’esperienza.
- Quasi un quarto dei capi ritiene che la formazione sia tempo inutilmente sottratto al lavoro.
- Il 30% segue le iniziative prese dal capo o dalla direzione del personale, o addirittura ne ignora il significato.
Il tuo capo ha coraggio?
- Il 28% dei capi affronta difficoltà e problemi con determinazione.
- Il 67% invece affronta le situazioni difficili quando è in una posizione di forza: in caso contrario tende a ritirarsi.
Il tuo capo accetta critiche sul suo lavoro da collaboratori e colleghi?
- Solo l’8% dei capi accetta le critiche, addirittura sollecitandole per poter migliorare.
- Il 7% accoglie le critiche con insofferenza, ma poi ne fa tesoro.
- Il 76% dei capi, invece, non accetta critiche e i collaboratori devono essere piuttosto cauti nell’esprimere la propria opinione.
- Il 4% accetta le critiche sono quando sono positive.
Il tuo capo è competente, in relazione al suo lavoro?
- Il 25% dei capi è ritenuto competente E cerca continuamente di migliorarsi.
- Il 64% è ritenuto avere evidenti aree di miglioramento.
Il tuo capo usa fare “cazziatoni”?
- Il 22% dei capi discute le prestazioni e aiuta il collaboratore a individuare le azioni da intraprendere e i comportamenti da evitare.
- Il 25% rimprovera, anche in pubblico, anche alzando la voce.
- Per il 36% dei capi, invece, la reazione dipende dalla gravità dell’errore e dall’umore.
- Interessante, fra le risposte libere lasciate nello spazio “Altro” la presenza di “no”
- o “non se ne accorge”.
Il tuo capo è orientato a raggiungere gli obiettivi dell’organizzazione?
- Interessante il fatto che il 39% dei capi persegue gli obiettivi organizzativi Anche quando sono in conflitto con gli interessi personali.
- Il 56% invece li persegue solo se non sono i contrasto con gli obiettivi personali o non sono troppo rischiosi.
Quale atteggiamento ha il tuo capo nei confronti del cambiamento?
- Il 34% dei capi ricerca e promuove sistematicamente nuove soluzioni per gestire il suo ruolo con efficienza ed efficacia.
- Il 57% evita il cambiamento (Abbiamo sempre fatto così, perché cambiare se funziona?) o lo accetta quando gli viene imposto dall’alto.
Come commentare questi risultati?
Anche se debbo sottolineare la limitatezza del campione e le “aree di miglioramento” di un questionario redatto da un non esperto quale il sottoscritto, la situazione emersa è migliore di quella che mi sarei aspettato.
I capi hanno evidenti aree di miglioramento nella gestione di risorse, specie quando si tratta di persone, delle quali fanno fatica ad acquisire consapevolezza anche in virtù della resistenza ad accettare il feedback: ma la misura della percezione da parte dei collaboratori non è quella che mi sarei aspettato di registrare.
Non aiuta, certo, la situazione economica, che in Italia in tre anni ha spazzato via oltre la metà di quadri e dirigenti.
La ricetta per una classe dirigente all’altezza della difficile situazione?
Imparare ad accettare il feedback da parte di colleghi e collaboratori, che possono aiutare a mettere a fuoco le aree sulle quali intervenire con interventi di formazione o esperienxe specifiche, anche sul campo.
E smettere di preoccuparsi del futuro, impiegando le stesse energie per costruire soluzioni capaci di affrontare il cambiamento in modo efficace.
Magari anticipandolo.
O no?
Una classe dirigente ancorata agli anni 80-90. Devono capire che le cose sono molto cambiate, altrimenti saranno dirigenti del nulla!
Sapevo di essere fortunata, ma non credevo tanto 😉
@Franca.
Quali sono i tuoi motivi di soddisfazione?
Abbiamo bisogno di conferme circa l’esistenza di capi in grado di coprire adeguatamente il loro ruolo 🙂
A presto leggerti, Arduino
I capi in grado di coprire il ruolo ci sono eccome, Arduino caro, il problema però è che non li lasciano lavorare come dovrebbero….
Quanti sono a tuo avviso quelli bravi che non lasciano lavorare, Michele?
Tantissimi, Arduino, ma non li fanno mai “grandi capi” apposta! Al limite sottocapi o professional (come si dice oggi), insomma, devono essere solo dei “ciuchini da soma”, competenti, ma “ministri senza portafoglio”. I grandi capi? E’ MEGLIO CHE IO NON MI PRONUNCI. HO CHIUSO CON LA DIPENDENZA ORMAI MOLTI ANNI FA, NON SONO AGGIORNATO……
Scusa, lo davo per scontato…
Delega, riconosce il lavoro dei suoi collaboratori (non mancano i rinforzi positivi), conosce il valore della formazione, è coraggiosa (sì, è una donna 😉 ), fa tesoro delle critiche (anche se, come tutti, non le ama), è competente (e quando non lo è, lo riconosce e chiede aiuto a chi lo è), raramente fa cazziatoni, è orientata a raggiungere le mission e non ha alcuna paura del nuovo. 🙂
Mi inchino!