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Perché dimenticare ciò che si è imparato può rivelarsi utile...
21 Marzo 2014 | Creatività e innovazione - Pregiudizi, Errori cognitivi, Conformismo
Ennio Flaiano sostiene che “leggere è niente, il difficile è dimenticare ciò che si è letto”.
C’è molta saggezza in queste parole.
Perché?
Perché le cose che abbiamo imparato possono rivelarsi un ostacolo all’apprendimento di altre cose; specie se, come spesso accade, ci aggrappiamo ad esse senza più metterle in discussione.
Diventando vittime di Procuste.
Non credi?
Forse….ma devo dire in tutta onesta, che a me non rimane per niente difficile dimenticare….anzi ho una certa propensione a scordare con grande facilità quello che ho letto nel corso della mia vita…finora credevo che fosse una mia, seppur involontaria, grave mancanza, ora potrei pensare che qualche volta questa pecca ha giocato a mio favore?
Grazie per la riflessione Arduino…
Già Tiziana,
molto spesso madre natura ci fa dei regali che a prima vista non ne hanno l’aspetto.
E viceversa!
Grazie del commento e a presto leggerti.
Arduino
Prendo spunto da una citazione non mia
Non si può riempire una brocca già piena.
chi non si adatta, si estingue , perché gli anziani fanno più fatica a capire la tecnologia? perché sono già “pieni”
cissà se ci sono metodi per disimparare?
Ciao Lucio,
certo che ci sono metodi per disimparare.
Il primo è certamente imparare a mettere in discussione ciò che si sa.
Ecco un articolo che può esserti utile.
https://www.tibicon.net/2012/07/le-7-regole-per-scendere-dal-letto-di-procuste.html
A presto leggerti,
Arduino
Sarà che io amo sapere sempre di più, mi scoccia assai dimenticare quello che so: ma ogni competenza acquisita è un utensile da tenere pronto ma saper mettere ad parte se inadatto al lavoro da fare, e saper sostituire quando obsoleto. Io in questo sono fortunato perchè non amofare le cose sempre allo stesso modo, ma in generale la cosa più importante è sapersi giudicare “dal di fuori” con un po’ di obiettività.