Quando è il papà a trovar lavoro alla figlia
La conversazione rappresentata nella vignetta ha avuto luogo…
… diversi anni fa nel corso di uno dei miei non frequenti colloqui di selezione.
Il Cliente, nell’ambito di un articolato incarico di consulenza, mi aveva chiesto di selezionare una persona che avrebbe dovuto occuparsi di supporto amministrativo alle vendite.
La donna nella vignetta era figlia di un manager piuttosto in vista nel mercato di riferimento; quest’ultimo, in virtù dell’eccellente rapporto che intratteneva con il Cliente, aveva pensato di segnalarla.
Prima di incontrare la candidata, alla quale l’età non concedeva più le attenuanti dell’inesperienza, chiesi lumi circa la gestione del colloquio.
“Trattala come una candidata qualsiasi”, fu la risposta.
Quanto durò il colloquio, secondo te?
Pochi secondi, perchè l’hai assunta immediatamente, giusto? 🙂
(da quello che ho letto di tuo, non credo proprio… ma temo che sia quello che succede in moltissimi casi, soprattutto se sono posti pubblici…)
Il colloquio durò circa 20 minuti, il tempo dei convenevoli e quello necessario ad appurare che la donna cambiava mediamente lavoro ogni due anni: lasciando al papà l’incombenza della ricerca.
Affrontai il colloquio cercando di non tenere conto della conversazione iniziale, verificando l’esistenza delle condizioni per inserirla in una lista da presentare al Cliente: ma non era proprio cosa.
Grazie del commento Cesare, e a presto leggerti.
Arduino
Sono curioso; sai cosa ne sia poi successo, e cosa faccia oggi?
Non ne ho la più pallida idea.
Ricordo che il Cliente non fece alcuna pressione per farla assumere: del resto stavamo cercando il rilancio dell’azienda…