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La crisi aiuta a vendere?
15 Ottobre 2014 | Vendita e Forza vendita
Ti piace la vignetta?
Completamente autentica.
Ora ho una domanda per te.
Può essere utile impiegare la crisi come argomento di intrattenimento in situazioni di questo genere?
Perché no? Se serve a creare empatia, la sensazione che si condivide una fase in cui bisogna operare con cautela, può essere il presupposto per dire “e quindi se non ci si possono permettere errori bisogna spendere bene il proprio denaro selezionando partner di valore come noi” oppure “q quindi approfittare delle condizioni che in altri momenti non potrei concedervi”…
Ciao Cesare,
non pensi che l’idea della crisi possa colpire la dispobibilità all’acquisto?
Grazie e a presto leggerti.
Arduino
A volte probabilmente sì – in ogni caso, non si deve partire “in tromba”, ma seguire l’interlocutore tenendo conto delle sue reazioni, avere la sensibilità per giudicare caso per caso, e se possibile arrivare informati sulla reale situazione del cliente – cosa comunque opportuna, per non toccare tasti troppo dolenti. Ma se la situazione non è davvero critica, credo possa essere un modo utile per creare un legame empatico.
Che ne pensano gli altri?
Mi rendo però conto del fatto che la mia è la visione di chi ha sempre venduto in ambito B2B beni di cui il cliente aveva comunque bisogno (imballaggi): io dovevo convincerlo ad acquistare i prodotti della mi azienda per soddisfare un’esigenza che comunque aveva.
Se invece si deve vendere un prodotto o un servizio di cui il cliente può fare a meno, o posporre l’acquisto, probabilmente è diverso; sollevare l’argomento “crisi” può effettivamente equivalere a darsi la zappa sui piedi.
Non è vero che DURANTE la crisi “c’è meno per tutti”.
In realtà ci sara’ MOLTO meno per tantissime persone purtroppo;
ma ci sarà di più per chi sa andare sul mercato e prendersi tutto improvvisamente.
Posto che per me la stragrande maggioranza delle persone (imprenditori e venditori) non hanno nemmeno la più vaga idea di come si faccia un business.
Le strategie commerciali sono:
– PORTA A PORTA
– TELEFONATE A FREDDO
Che follia. Sono strumenti di marketing molto usuranti e logoranti per le persone,in sostanza vengono come “carne da cannone” umana. Ciò detto in Italia i venditori non stanno vendendo, ma fanno UN’ALTRA COSA che si chiama “generazione di business”.
Cioè mi faccio il “culo” per portare i clienti all’azienda.
Sto lavoro è fuori di testa,allora le aziende NON vogliono un venditore, ma un SOCIO. Ma in quel caso devi dare le quote,non le provvigioni.
Le aziende dovrebbe avere un “posizionamento di marca” alias BRAND POSITIONING (essere primi nella testa dei clienti) in conseguenza di esso ci va il “marketing a risposta diretta” che
attrae i potenziali clienti target (con la lead generation) DA PASSARE SUL PIATTO ai venditori. Funziona cosi un’azienda.
Invece che cosa si aspetta l’imprenditore medio in Italia?
Che il venditore fa tutto lui, gli porta i clienti, gli fa il marketing.
Ci credo che nessuno vuol fare il venditore o che è visto come:
“il mestiere di ripiego di chi non ha un lavoro vero” o di chi HA LA PARLANTINA o che gli viene “fatto credere” che serva FACCIA TOSTA e un calcio nel culo.
Ciao Marco,
quanto sei arrabbiato!
Tanto arrabbiato da non farmi capire molto del tuo discorso e da lasciarti guidare dal titolo senza leggere la vignetta.
Fai il venditore? Di cosa? Vuoi raccontare qui la tua storia?
A presto leggerti,
Arduino