La volpe, l’uva e il valore del feedback
Oggi voglio proporti due letture diverse della favola della volpe che cercava di afferrare l’uva: la prima da Esopo, riproposta successivamente anche da Fedro, la seconda da Gianni Rodari.
Leggiamo insieme le due formulazioni della storia, poi facciamo insieme una breve riflessione.
Esopo
Una volpe affamata, come vide dei grappoli d’uva che pendevano da una vite, desiderò afferrarli ma non ne fu in grado. Allontanandosi però disse fra sé: “Sono acerbi”. Così anche alcuni tra gli uomini, che per incapacità non riescono a superare le difficoltà, accusano le circostanze.
Gianni Rodari
Questo è quel pergolato e questa è quell’uva che la volpe della favola giudicò poco matura perché stava troppo in alto. Fate un salto, fatene un altro. Se non ci arrivate riprovate domattina, vedrete che ogni giorno un poco si avvicina il dolce frutto; l’allenamento è tutto.
Esopo aveva scoperto oltre 2000 anni fa la dissonanza cognitiva, cioé la tendenza a comporre elementi fra loro dissonanti (grappoli d’uva appetitosi ma difficilmente raggiungibili) con l’introduzione di un terzo elemento (l’uva è acerba); e aveva condannato l’atteggiamento che nascondeva l’incapacità di raggiungere l’obiettivo.
Rodari, invece, va oltre la semplice condanna e ci sprona a fare del nostro meglio per superare l’ostacolo costituito dall’altezza dell’uva e a cercare, ogni giorno, di raggiungere l’obiettivo cercando di migliorare le nostre prestazioni attraverso l’allenamento: perché, secondo lui, l’allenamento è tutto.
Non sarò certo io a contestare il valore dell’allenamento in un’ottica di miglioramento delle prestazioni, poiché vi sono innumerevoli casi in cui la determinazione e la persistenza hanno permesso di raggiungere mete non immaginabili; tuttavia, credo che sia Esopo sia Gianni Rodari si siano concentrati solo su alcuni aspetti, trascurandone altri.
Per metterli in luce mi faccio alcune domande:
- Siamo certi che la volpe non avesse compreso che, pur allenandosi duramente, non ce l’avrebbe fatta?
- Quanto tempo sarebbe stato necessario affinché la volpe potesse spiccare un salto tale da cogliere l’uva?
- E se l’uva, nel frattempo fosse marcita?
Leggiamo spessissimo di persone di successo che non hanno mai smesso di sognare, che hanno perseguito i loro obiettivi a qualunque costo e che alla fine hanno avuto successo, ma dimentichiamo che accanto ai pochi che hanno avuto successo ci sono moltitudini di persone che non ce l’hanno fatta: perché i riflettori illuminano alcuni e lasciano nell’ombra gli altri.
Che fare allora?
Come possiamo essere ragionevolmente fiduciosi che le nostre prestazioni potranno migliorare al punto tale da permetterci di raggiungere l’uva prima che marcisca?
Ciò che possiamo fare, specie quando gli obiettivi che possono coinvolgere l’andamento di tutta la nostra vita, è quella di ricorrere al feedback di persone che sappiano valutare le nostre capacità e il nostro potenziale al riparo da ogni forma di coinvolgimento emotivo.
Tenendosi alla larga dagli adulatori e possibilmente facendosi assistere da un coach.
Cosa ne pensi?
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