Ciao Arduino, scene come Palmiro che calcola il tempo esatto per arrivare davanti alla timbratura appena scatta l’ora X se ne sono viste e se ne vedono non solo in Italia o Europa, ma in tutto il mondo. Pensa che quando stavo lavorando in una ditta negli Stati Uniti c’era persino la fila a 3 minuti prima che suonasse la sirena davanti al sistema di timbratura……e sembrava tutto normale. Quali sono i motivi per cui nella maggior parte dei casi nessuno prende provvedimenti con chi come Palmiro calcola il tempo per arrivare giusto a timbrare e per non perdere un solo secondo?
Le aziende sono meno poliziesche di quanto si creda. Mi domanderei piuttosto: perché le imprese non si domandano per quale ragione ci sono persone che “calcolano il tempo per arrivare giusto a timbrare e non perdere un solo secondo”? Grazie e a presto leggerti. Arduino
Posto che anche a me in linea di principio dà fastidio vedere uno che si affretta all’orologio prima dell’orario, e se lo facesse sistematicamente due parole gliele direi, bisognerebbe farsi (e poi magari fargli) una domanda: ha fatto tutto quello che doveva fare? Perché se sempre più si dice che conta quello che fai e non quanto tempo ci metti, che non si è pagati per le ore lavorate ma per il valore che si sa dare all’Azienda, e magari si chiama il dipendente a casa quando è in ferie anche quando non è davvero necessario, bisogna poi essere coerenti…
Forse calcolano il secondo esatto per timbrare come gesto di “non motivazione” a dover regalare all’azienda un solo secondo in più in quanto da parte dell’azienda loro non hanno mai ricevuto niente, (anche se in realtà lo avrebbero meritato), solo illusioni e si sentono come un numero. Se reagiscono così i motivi sono due: o quello sopra descritto oppure sono fatti così fin dai tempi della scuola.
@Cesare. Condivido; tuttavia a persone come quelle che descrivi difficilmente capita di appropinquarsi con passo felpato alla timbratura. @Stefano. Magari le ragioni sono entrambe valide. A presto leggervi, Arduino
Ciao Arduino,
scene come Palmiro che calcola il tempo esatto per arrivare davanti alla timbratura appena scatta l’ora X se ne sono viste e se ne vedono non solo in Italia o Europa, ma in tutto il mondo.
Pensa che quando stavo lavorando in una ditta negli Stati Uniti c’era persino la fila a 3 minuti prima che suonasse la sirena davanti al sistema di timbratura……e sembrava tutto normale.
Quali sono i motivi per cui nella maggior parte dei casi nessuno prende provvedimenti con chi come Palmiro calcola il tempo per arrivare giusto a timbrare e per non perdere un solo secondo?
Le aziende sono meno poliziesche di quanto si creda.
Mi domanderei piuttosto: perché le imprese non si domandano per quale ragione ci sono persone che “calcolano il tempo per arrivare giusto a timbrare e non perdere un solo secondo”?
Grazie e a presto leggerti.
Arduino
Posto che anche a me in linea di principio dà fastidio vedere uno che si affretta all’orologio prima dell’orario, e se lo facesse sistematicamente due parole gliele direi, bisognerebbe farsi (e poi magari fargli) una domanda: ha fatto tutto quello che doveva fare?
Perché se sempre più si dice che conta quello che fai e non quanto tempo ci metti, che non si è pagati per le ore lavorate ma per il valore che si sa dare all’Azienda, e magari si chiama il dipendente a casa quando è in ferie anche quando non è davvero necessario, bisogna poi essere coerenti…
Forse calcolano il secondo esatto per timbrare come gesto di “non motivazione” a dover regalare all’azienda un solo secondo in più in quanto da parte dell’azienda loro non hanno mai ricevuto niente, (anche se in realtà lo avrebbero meritato), solo illusioni e si sentono come un numero.
Se reagiscono così i motivi sono due: o quello sopra descritto oppure sono fatti così fin dai tempi della scuola.
@Cesare. Condivido; tuttavia a persone come quelle che descrivi difficilmente capita di appropinquarsi con passo felpato alla timbratura.
@Stefano. Magari le ragioni sono entrambe valide.
A presto leggervi,
Arduino