Ecco cosa può accadere quando cambiano abitudini familiari consolidate
Ma non vai più via?
Post rivisto il 14 gennaio 2021
Le trasferte sono un aspetto del lavoro che coinvolgono in modo determinante la vita privata delle persone.
Un esempio?
Nel caso riportato della vignetta, assolutamente reale, Arturo (chiameremo così il protagonista della storia) aveva finito per cedere alle insistenze della moglie, che lo voleva più vicino alla famiglia: era riuscito, dopo anni di lotte sul fronte familiare e aziendale, a cambiare lavoro.
Un po’ smettere di viaggiare gli era pesato, ma la famiglia viene prima di tutto.
Poi, a solo poche settimane dal cambiamento di ruolo, la domanda rivelatrice:
Ma non vai più via?
Il difficile, per Arturo, sarebbe venuto ora: costruire un nuovo equilibrio nella vita familiare.
Ce l’avrà fatta?
A giudicare dalla serenità e dall’autoironia che ha profuso nel racconto direi proprio di sì.
Tu cosa ne pensi? Hai vissuto esperienze simili?
Ciao Arduino,
conoscendo bene la nostra azienda potresti avere molte testimonianze in merito ed a mio avviso diverse tra loro.
Nel mio caso, essendo stato in trasferta per anni e per più giorni all’anno rispetto ad Arturo e tutt’ora con contratto di trasfertista ti posso dire che è giustificabile una richiesta da parte di una compagna oppure di una moglie nel volere più presente il compagno o marito a casa e vicino alla famiglia.
Una volta presa e portata a termine la decisione di Arturo, non si fanno spesso i conti con il cambiamento di abitudini da parte di entrambi e quindi vivere in un equilibrio differente da prima, anche se desiderato, non potrebbe essere inizialmente semplice.
Quindi in questi casi la battuta da parte della moglie di Arturo ci sta tutta!
Ciao Stefano,
la vignetta, come puoi leggere nel post, corrisponde a una situazione reale: prima di pubblicarla l’autore, che ho incontrato in un corso di formazione, mi ha autorizzato a riportarla.
grazie e apresto leggerti.
Arduino