Nasce la Ferrari Medical Consulting
Voci non confermate in quel di Maranello parlano dell’ingresso della Ferrari nel business della consulenza.
La decisione sarebbe condizionata all’approvazione del relativo business plan da parte del prossimo consiglio di amministrazione e sarebbe finalizzata a fronteggiare i crescenti costi della presenza in F1.
L’iniziativa parte dal lontano.
Nel 2006 il dottor Angus McEwan, medico del Great Ormond Street Hospital di Londra, appassionato di motori, ha contattato la Ferrari per migliorare le prestazioni della sua equipe negli interventi d’emergenza.
La sfida? Applicare l’organizzazione del pit-stop alle emergenze in sala operatoria. E i risultati si sono visti: in media 15 minuti in meno.
Tempo dopo, poco, l’ospedale Sandro Pertini di Roma chiama a raccolta il team Ferrari per dare un contributo durante un corso sulle emergenze in sala parto (vedi il libro Nostra eccellenza, recensito su tibicon). Cosa c’è di più critico di un parto?
Il modello di business prevederebbe il rilascio di una certificazione a strutture sanitarie in cui sale parto, chirurgia d’urgenza, terapia intensiva e affini si sono avvalse della Ferrari Medical Consulting. Con tanto di bollino.
Come dire che il pit-stop fa bene alla salute. O se preferite, a pit-stop per day keeps the doctor away.
Non possiamo che rallegrarci per la nuova opportunità di business del cavallino rampante: per due ragioni.
La prima è che vedremo scongiurato il minacciato ritiro dalle corse dell’amata rossa.
Il secondo è che a confortare la nostra speranza di uscire indenni da interventi di emergenza sarà la garanzia del pit-stop.
Bah …
Ottimo libro Nostra Eccellenza, ho fatto bene a seguire il vostro consiglio.
E ben venga la maggiore efficienza nella sanità, a maggior ragione se perché ciò avvenga dovesse ritirarsi “l’amata rossa” che io peraltro, dinosauro d’altri tempi, non amo proprio per una lunga serie di ragioni.