Per rinfacciare vizi bisogna esserne immuni
Assistiamo spesso a critiche e attacchi personali, sia nella vita pubblica sia nella vita privata.
Attacchi a volte giustificati, in altri casi strumentali.
Sempre in numero eccessivo e di difficile valutazione, specie quando le critiche sono formulate in assenza della persona interessata e in modo confidenziale.
Esiste la possibilità di ridurre il clamore e limitare critiche e attacchi all’essenziale?
Plutarco offre una ricetta molto interessante. Leggete di seguito.
Se capita di essere spinti a rinfacciare qualcosa agli altri, dobbiamo essere il più lontano possibile dalle accuse che muoviamo loro.
Dunque esaminiamo a fondo la nostra anima e cerchiamo di scoprire ciò che vi è di marcio, affinché nessun vizio possa farci risuonare nella mente il verso del tragediografo: «Fai il medico degli altri tu, che sei pieno di piaghe!».
Se accusiamo qualcuno di essere ignorante, dobbiamo amare il sapere e l’impegno.
Se gli diamo del vigliacco, dobbiamo dimostrare di avere coraggio e forza virile.
Se lo definiamo dissoluto e intemperante, deve sparire dalla nostra anima anche il più nascosto segno di inclinazione ai piaceri.
Niente è più imbarazzante e doloroso di un insulto che si ritorce contro chi lo ha pronunciato.
Non credi?
Il brano è liberamente tratto dal libro Per un parlare efficace.