Un 2010 senza... giudizio
È quello che mi auguro, per tutti noi.
L’accezione dilagante del termine giudizio è legata al concetto di divisione: bianco-nero, buono-cattivo, destra-sinistra, bene-male, bravo-incapace, onesto-delinquente.
Le mezze misure non esistono: o stai con noi o contro di noi, o di qua o di là.
Giudichiamo, emettiamo sentenze sulla base di un codice fondato sui nostri valori e sulle nostre percezioni.
Nostre. E basta.
Ma la realtà è complessa e quasi mai sta comoda dentro un giudizio sommario: il buono potrebbe non essere del tutto buono e l’incapace magari adattissimo a fare altro.
E allora? Allora proviamo a sostituire il giudizio con la valutazione.
La valutazione prevede, per sua natura, l’analisi di vantaggi e svantaggi, di punti di forza e di debolezza in un contesto definito.
Richiede tempo, fatica, allenamento.
Ma, conclusa l’analisi, la consapevolezza della complessità difficilmente ci permetterà un giudizio sommario.
Il bianco e il nero sfumeranno in varie tonalità di grigio.
Certo, valutare costa, ma le cose preziose non sono mai gratuite.
A voi e alle vostre famiglie i migliori auguri.
una serie di libri di marshall r. rosenberg aiuta parecchio sull’argomento
ecco due pensieri estratti:
“Non giudicate, e non sarete giudicati,
perché se giudicate gli altri, così voi stessi sarete, giudicati…” Matteo 7:1
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“Al di là delle idee di giusto e sbagliato c’è un campo. Vi incontrerò là.” Rumi (poeta Sufi)
saluti
oscar
grazie del contributo, Oscar