Prima la parola o l'udito?
Comincia a essere mia abitudine, nella progettazione di programmi di formazione, soffermarmi sui “fondamentali” prima di affrontare temi complessi quali la negoziazione, la leadership o la gestione dei collaboratori.
E i fondamentali sono, a mio avviso, rappresentati dal saper porre domande efficaci e disporre di una buona disponibilità e tecnica di ascolto…
Una certa perplessità assale i miei interlocutori quando pongo sullo stesso piano domande e ascolto: perplessità che diventa scetticismo quando elevo l’ascolto a un livello superiore.
E quando non riesco a cavarmela, chiedo aiuto a Plutarco. Il quale sul tema aveva le idee piuttosto chiare.
Gli uomini generalmente si esercitano nell’arte della parola prima di essersi allenati ad ascoltare; essi credono, infatti, che per parlare esistano un apprendimento e un esercizio specifici, mentre per l’ascolto non ci si debba avvalere di tecniche particolari.
L’uso della parola, però, non è come il gioco della palla, nel quale i bambini imparano simultaneamente a lanciare e ad afferrare: recepire in modo corretto un discorso è prioritario rispetto a saperlo pronunciare.
Il discorso pronunciato da persone incapaci di ascoltare e non allenati a trarre giovamento dall’ascolto è un soffio di vento che, come dice il poeta, «si disperde sotto le nubi, invisibile e privo di gloria».
Il brano è liberamente tratto dal libro Per un parlare efficace