Chi non ha sperimentato il bisogno di certezze e il desiderio di arrivare al fondo delle cose, di comprendere davvero, rinvenendo quelle che Paul Watzlawick definisce “ipersoluzioni”?
La ricerca di soluzioni radicali e definitive, seppure nasce con le migliori intenzioni, è alla fine un modo di affrontare i problemi che ha inevitabilmente effetti controproducenti.
Non per nulla la saggezza popolare dice che “le vie dell’inferno sono lastricate di buone intenzioni”.
Il libro intende mettere in guardia gli adolescenti come gli anziani, i sadici come i masochisti, da questa estrema ed erronea ricerca di totalità, e dall’intransigenza dell’alternativa radicale, del “tertium non datur”.
Ottanta pagine di puro pensiero divorabili in un paio d’ore. Con arguzia Watzlawick ci parla in modo malizioso delle conseguenze inattese e spiacevoli della tecnologia, degli eccessi psicologici e comportamentali dell’uomo nella ricerca frenetica della felicità.
Il progresso ci fa cambiare di continuo usi e costumi imponendoci uno stile di vita provvisorio.
Ritengo che Watzlawick sappia come pochi unire la conoscenza scientifica ad un linguaggio ironico, senza mai perdere in profondità, senza mai scadere nello scontato.
INDICE
Premessa
”Né, di questa fidanza fatale ha nemico più grande il mortale”
Maggiore quantità = migliore qualità?
Di bene in peggio
Tertium non datur
Una benefica ”reazione a catena”
Giochi a somma diversa da zero
Bel mondo digitalizzato
“So benissimo cosa pensi”
Disordine e ordine
Umanità, divinità, bestialità
Triste domenica
“E’ questo che cerco?”
Bibliografia