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La lenta decadenza degli editori italiani

20 Dicembre 2010 | di Arduino Mancini Creatività e innovazione - Storie Storielle Storiacce
Ha aperto in Italia Amazon, il superstore americano nato inizialmente per vendere libri e che oggi vende dall’elettronica all’abbigliamento, dall’arredamento alla musica fino agli accessori per auto.

Amazon.it vende oggi un numero limitato di articoli: i fan debbono aspettare un po’ per poter acquistare un paio di scarpe.

Ma come si preparano le librerie italiane all’attacco americano?

Mia moglie è fra quelle persone che cercano di evitare gli acquisti online e voleva comprare il libro del quale vedete la copertina in libreria.

Si è allora recata in ben due librerie di Monza per ordinare il libro: il 10 dicembre si è sentita rispondere che non aveva alcuna speranza di avere il libro prima di Natale.

Ieri ho acquistato il libro su amazon.it: disponibilità immediata e consegna entro il 24 dicembre.

Sono libri stranieri, direte voi.

Qui sbagliate. Perché il sistema distributivo dei libri italiani va in vacanza in agosto e in dicembre, con consegne lente, che vanno a singhiozzo e che spesso non prevedono i libri richiesti.

Qualcuno di voi sa che ho gestito zivago.com, che dal 1999 al 2001 ha rappresentato una realtà di qualche significato nella vendita online di musica e libri.

Ebbene, la nostra lotta non era con il mercato ma con i database editoriali: poco meno del 10% dei libri contenuti nel database non erano fisicamente disponibili.

Le ragioni?

  • perdita di diritti per libri non pubblicati e quindi mai dichiarati fuori catalogo;
  • problemi inventariali;
  • incuria.

Mi risulta che la situazione, dopo quasi 10 anni non sia affatto cambiata: gli editori di libri, soprattutto quelli italiani, sembrano essere destinati a vedersi superare dalla tecnologia e dai nuovi media.

Senza essere capaci né di reagire né di trarre vantaggio dal cambiamento.

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