Se l'ad è decisionista
Divertente la vignetta?
Sappiate che è ispirata a un caso reale.
Che cosa può spingere un amministratore delegato ad approvare un budget che prevede assunzioni e investimenti e, successivamente, a negare ciò che ha già approvato?
Vediamo qualche possibilità:
- ha deciso di mettere in difficoltà la persona che dovrebbe utilizzare le risorse e cerca di togliere la legna sotto il calderone;
- teme fortemente che gli investimenti che ci si aspetta che lui autorizzi non diano i frutti sperati. E che lui possa subirne le conseguenze;
- ha percepito malumori in consiglio di amministrazione, magari conflitti fra i soci, e vuole temporeggiare. E autorizzare prima per temporeggiare poi può rivelarsi utile: purché tutto si chiarisca in fretta e il gioco non si scopra;
- l’amministratore delegato è geneticamente indeciso e il coraggio che lo pervade quando collaboratori entusiasti gli fanno autorizzare gli investimenti miseramente svanisce quando rimane solo.
Altri casi? Non mi vengono in mente, ma vi prego di suggerirne.
Nel caso della vignetta l’ad era accerchiato:
- dai soci, che volevano limitare gli investimenti e far comunque crescere i ricavi;
- dal direttore commerciale, che per garantire i ricavi richiesti da un budget più che “sfidante” aveva preteso e ottenuto di investire in tecnologia e assumere persone qualificate;
- dal sindacato, che premeva per riconvertire personale in esubero per coprire le posizioni aperte.
Come finì la storia?
L’ad non approvò mai gli investimenti pretendendo comunque i ricavi ad essi collegati.
Il direttore commerciale se ne andò sbattendo la porta e il cda decise, qualche mese dopo, per un nuovo management.
In sostanza, quando il capo tende a ondeggiare oltre misura e/o ad assumere atteggiamenti “decisionisti” è bene ispirare l’azione alla massima attenzione: e cautela!